Mentre la campagna di vaccinazione anti-Covid prosegue finalmente con una velocità dignitosa dopo l’inizio in piena lentezza, sono in arrivo da lunedì le prime 47mila dosi del vaccino Moderna che si assommano alle settimanali 470mila da Pfizer: per il commissario all’emergenza Domenico Arcuri fin qui è un successo quanto prodotto dal Governo italiano, tra i primi in Ue e al mondo per numero di vaccini ogni 100mila abitanti. Oggi intervistato a “Mezz’ora in più” su Rai 3 il presidente di Invitalia ha lanciato un nuovo annuncio sul piano dei prossimi mesi: «Noi riusciremo a vaccinare tutti gli italiani che lo vorranno entro il prossimo autunno».



La “speranza” per il futuro, secondo Arcuri, è rappresentata dal fatto di aver finalmente in mano i primi vaccini e vaccinati: «Se noi pensiamo oggi che con 600mila vaccini fatti, l’1% della popolazione italiana, sebbene siamo quelli che ne hanno fatti di più in Europa, la pandemia è finita vuol dire che non abbiamo fatto tesoro di quello che è successo in questo anno e non ci accorgiamo di quello che succede al di fuori dei nostri confini. L’epidemia non è fuori controllo, ha ripreso la sua recrudescenza nel Regno Unito, in Francia, in Spagna e anche in Germania». Di contro però, ricorda tronfio ancora il commissario, «le opinioni devono lasciare il campo ai numeri» e rispetto ai vaccini l’Italia ha realizzato grazie al suo lavoro «un piano di distribuzione evidentemente efficace, abbiamo richiesto e ottenuto una piena collaborazione da parte delle regioni e siamo semplicemente il paese leader in Europa con più dosi inoculate».



IL PIANO VACCINI E LE CIFRE CHE (FORSE) NON TORNANO

Scendendo nelle pieghe dei numeri garantiti da Arcuri per le prossime settimane, scatta la promessa-annuncio: entro la fine di marzo «saranno vaccinati 6 milioni di italiani grazie a Pfizer e Moderna». Nel corso del 2021, prosegue in diretta tv il commissario all’emergenza, «l’Italia otterrà 60 milioni di dosi solo da questi due produttori e potremo vaccinare 30 milioni di italiani». Poi ovviamente occorrerà l’arrivo fondamentale delle dosi di AstraZeneca (40 milioni già acquistate), Johnson & Johnson, Sanofi e Curevac: al di là della mini-polemica con il Governatore della Campania Vincenzo De Luca (che lamentava l’esaurimento dei vaccini, ma ne arrivano altri nei prossimi due giorni ha replicato Arcuri), il focus lo puntiamo proprio sul numero di vaccini garantiti dal commissario per la fine di marzo. Posto che ad oggi sono quasi 600mila gli italiani già vaccinati, il dato di 6 milioni di vaccini in meno di 3 mesi è un impegno importante ma “coccia” con quanto detto solo scorso 28 dicembre dal Ministro della Salute Roberto Speranza.



Per l’esponente Leu si parlava di «13 milioni di vaccinati entro il primo aprile»: chi ha dunque ragione, posto che entrambi fanno parte della task force anti-Covid del Governo? Rimaniamo sui fatti e sulle dichiarazioni: per Speranza – intervistato da La Stampa a fine anno – «se arriva subito al traguardo anche AstraZeneca, entro il primo trimestre si aggiungeranno altri 16 milioni di dosi, che corrispondono ad altre 8 milioni di persone vaccinate. Risultato finale: noi già dal primo aprile potremmo avere 13 milioni di vaccinati, e così avremmo già raggiunto la Fase Uno, cioè quella che ci consente di avere il primo impatto epidemiologico». Oggi però Arcuri ha parlato di 5,9 milioni entro fine marzo, ovvero praticamente la metà: questo significa che il mancato start in gennaio (salvo clamorose sorprese) di AstraZeneca ha ritardato la vaccinazione di massa ben oltre le quote per sanitari e Rsa. Resta dunque da capire se realmente sarà possibile a questo punto raggiungere i 5,9 milioni di italiani vaccinati entro fine marzo: il countodown è cominciato con la viva speranza di liberare il Paese dall’insostenibile e drammatica pandemia.