Negli Stati Uniti il vaccino di AstraZeneca non è stato ancora approvato, dunque milioni di dosi si sono accumulate nei magazzini, eppure il presidente Joe Biden non ne vuole proprio sapere di esportarlo in Europa, ricambiando il “favore” dell’Unione europea che finora ha dato loro quasi un milione di dosi. Sul loro destino è in corso «un intenso dibattito tra la Casa Bianca e le autorità sanitarie». Lo rivela il New York Times, spiegando che il dibattito è focalizzato sulla possibilità di consentire alle dosi di arrivare nei Paesi dove c’è maggiore bisogno. Se diversi funzionari si sono espressi favorevolmente, altri invece stanno opponendo una dura resistenza. Una fonte ha rivelato al quotidiano americano che AstraZeneca ha chiesto all’amministrazione Biden il via libera per inviare le dosi americane all’Ue, ma per ora è stata negata la richiesta.
Eppure il vaccino in questione non è stato ancora approvato, perché si attendono i risultati dei test e il via libera d’emergenza delle autorità. L’ipotesi è che l’esitazione dell’amministrazione Biden sia legata in parte all’incertezza sulle forniture, visto che la produzione dei vaccini come noto è complessa e delicata.
BIDEN “TRATTIENE” VACCINI ASTRAZENECA IN USA
«Comprendiamo che altri governi possano aver contattato il governo Usa per la donazione di dosi di AstraZeneca, e abbiamo chiesto di prendere in considerazione queste richieste», ha dichiarato Gonzalo Vina, un portavoce della casa biofarmaceutica anglo-svedese. Un funzionario a conoscenza delle scorte al New York Times ha spiegato che sono circa 30 milioni le dosi attualmente “parcheggiate” presso la struttura di AstraZeneca a West Chester, Ohio, che si occupa della fase finale del processo di produzione durante la quale il vaccino viene posto in fiale. C’è poi Emergent BioSolutions, una società del Maryland a cui AstraZeneca ha affidato il compito di produrre il suo vaccino negli Stati Uniti, ha prodotto a Baltimora abbastanza vaccino per altre decine di milioni di dosi. Ma non ha ancora presentato domanda alla Food and Drug Administration (FDA) per l’autorizzazione all’uso di emergenza, quindi il rischio è che queste dosi vadano perse visto che possono essere conservate per sei mesi. Un paradosso incredibile.