L’annuncio fatto ieri dal commissario Breton sul contratto AstraZeneca acquisisce oggi dei contorni più esplicativi circa l’effettiva situazione che andrà a crearsi nei prossimi mesi di campagna vaccinale in Europa: «La consegna di tutte le dosi previste dal contratto in vigore con AstraZeneca è la priorità per noi. Il contratto resta in vigore fino alla consegna dell’ultima dose», così un portavoce della Commissione Ue “dettaglia” le parole dette ieri da Breton, «Il vaccino AstraZeneca è importante per il nostro portafoglio e viene somministrato a migliaia di europei. La società non ha rispettato gli impegni contrattuali e per questo la Commissione ha avviato un’azione giudiziaria. In passato abbiamo informato che non abbiamo esercitato l’opzione dei 100milioni dosi aggiuntive. Non ci possiamo pronunciare per il futuro».
Lo stesso portavoce ha poi aggiunto che il siero AZ è giunto in Europa con 30 milioni di dosi nel primo trimestre 2021, mentre saranno 70 milioni quelle complessive entro giugno: vista però l’azione legale in corso, la Commissione limiterà i commenti nei prossimi giorni sull’azienda farmaceutica anglo-svedese. Intanto in Italia l’Aifa ha pubblicato il quarto Rapporto di farmacovigilanza sui vaccini Covid-19 in cui emerge come sono solo 34 i casi di trombosi rare segnalate nel nostro Paese dopo la somministrazione di dosi AstraZeneca: in 22 di quesi 34 casi, i soggetti sono donne con età media 48 anni (gli altri 12 invece sono uomini di età media di circa 52 anni).
UE STOPPA IL CONTRATTO DI ASTRAZENECA
Dopo settimane di rumors e semi-annunci, arriva oggi la conferma netta del Commissario europeo al Mercato Interno Thierry Breton: «la Commissione Ue non ha rinnovato i vaccini AstraZeneca». Dopo l’avvio di una causa legale per inadempienza del contratto e dopo il gli interventi “a fisarmonica” dell’EMA su limitazioni e stop al vaccino anglo-svedese (con sviluppo anche a Pomezia in Italia), Breton all’emittente France Inter ha annunciato «Non abbiamo rinnovato l’ordine dopo giugno. Vedremo cosa succederà».
L’annuncio arriva due giorni dopo la discussione al Consiglio Europeo informale di Oporto sul nodo ancora no risolto dei brevetti e della possibile liberalizzazione dei vaccini: ma il problema vero rimane l’approviggionamento dei sieri, visto che i negoziati europei finora non si sono rivelati per tutti un’estrema garanzia in tal senso. Oggi per esempio la regione Lazio ha esaurito tutti gli slot del vaccino Pfizer per il mese di maggio, rimanendo invece a disposizione ancora 100mila slot per AstraZeneca e Johnson & Johnson: c’è un problema di dosi e un problema di “comunicazione” sui vaccini “classici” (AZ e J&J) che lo stop al contratto annunciato oggi dalla Commissione Europea di certo contribuirà ad aumentare.
ASTRAZENECA & UE, QUALE FUTURO?
A rendere però alquanto “misteriosa” la decisione della Commissione Europea vi è l’ulteriore commento di Breton che annuncia sì lo stop al contratto con AstraZeneca ma di contro non esprime critiche specifiche al siero anglo-svedese: «AZ è molto interessante e molto buono come vaccino per le condizioni logistiche e le temperature di conservazione», anche perché basti guardare a quanto avvenuto in Inghilterra dove dopo oltre 20 milioni di vaccinati si è giunti alle riaperture e all’abbattimento dei casi Covid senza grossi problemi di effetti indesiderati o morti per trombosi (nonostante lo stretto monitoraggio prosegue anche in UK). Quale futuro dunque per questo vaccino, vedendo anche la non roseissima previsione sui prossimi approvvigionamenti di Pfizer e Moderna in Ue e in Italia: Breton ha spiegato alla radio francese che proprio per queste problematiche, la Commissione ha iniziato «con Pfizer a lavorare con la seconda fase e i vaccini di seconda generazione». Intanto ogni Paese ipotizza modalità diverse di proseguire a ritmo forte la vaccinazione senza, per il momento, poter contare su AstraZeneca dopo il prossimo giugno.