Il professor Remuzzi dell’istituto Mario Negri, è stato in collegamento con il programma di Rai Uno, Oggi è un altro giorno. Le prime parole del virologo sono per la pandemia di covid che sta lentamente decrescendo: “La situazione sta migliorando purtroppo molto lentamente, ma ci sono segni di miglioramento inequivocabili, come la riduzione pazienti in terapia intensiva, la riduzione dei pazienti nei reparti normali, quella dei nuovi casi, della percentuale fra test e positivi. E’ tutto una riduzione progressiva, molto graduale, vorremmo che fosse più rapida e questo ci impone ancora grande prudenza per tutto quello che bisognerà fare nelle settimane che seguono”. Sul Natale: “Prudenza, mascherine ed essere distanti, fare tutto ciò che abbiamo fatto in questo periodo e che ha portato al risultato tutto sommato positivo raggiunto”. Purtroppo è ancora alto il numero delle vittime: “Il numero dei morti scenderà fra 2/3 settimane anche se è molto difficile fare queste previsioni. Il British Medical Journal ha scritto che se qualcuno vi dà delle certezze su questa pandemia non credeteci”. Infine sui vaccini: “Per l’efficacia dei vaccini bisogna che passino mesi; le info preliminari che abbiamo sono confortevoli però non possiamo sapere di preciso finchè non abbiamo a disposizione la pubblicazione. Saranno vaccini efficaci ma per un po’ dovremo stare comunque attenti”. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



“VACCINI? BISOGNA TOGLIERE BREVETTI”/ REMUZZI: “MORTALITÀ CALA IN TERAPIA INTENSIVA”

«La mortalità per chi è ricoverato nelle unità di terapia intensiva è diminuita». A fare il punto della situazione è il professor Giuseppe Remuzzi, direttore dell’Istituto Mario Negri. Nell’intervista che ha rilasciato all’HuffPost commenta i dati pubblicato dal quotidiano La Verità, cioè che la metà dei decessi avviene nei reparti ordinari, invece uno su 4 a casa. «Occorre approfondire se la morte in reparto era dovuta a problemi organizzativi, come per esempio alla mancata disponibilità di posti in terapia intensiva, o alle condizioni cliniche critiche», precisa Remuzzi. In merito, invece, ai vaccini anti Covid, precisa che sull’eventuale obbligatorietà la valutazione non è semplice. «I vaccini saranno molto probabilmente utili per diminuire il numero di persone con l’infezione, il carico sul servizio sanitario e i morti, ma difficilmente rappresenteranno, per lo meno nel prossimo anno, la soluzione definitiva che porrà fine alla pandemia». Questo vuol dire che bisognerà rispettare ancora a lungo le misure anti-contagio, come distanza interpersonale, mascherine e igienizzazione delle mani.



REMUZZI “VACCINI? PRONTO A FARLO”

«L’obbligo può avere dei vantaggi, per esempio garantire rapidamente un alto tasso di copertura, ma anche delle ricadute negative e dovrebbe costituire l’extrema ratio». Questa la posizione del professor Giuseppe Remuzzi, secondo cui la questione non si porrà all’inizio, visto che non saranno disponibili subito tanti vaccini. A tal proposito, gli sforzi si sono concentrati sugli adulti, ma questo non vuol dire che i giovani e i bambini sono stati lasciati indietro. «Per ragioni etiche gli studi sulla sicurezza ed efficacia in età pediatrica possono essere condotti solo dopo che sono state raccolte sufficienti informazioni riguardanti gli effetti nella popolazione adulta», spiega Remuzzi all’HuffPost. Intanto sono partiti alcuni studi, mentre altri cominceranno nelle prossime settimane.



Per il direttore dell’Istituto Negri di Betgamo sarebbe meglio togliere subito il brevetto per rendere fruibile a tutti il vaccino in maniera più veloce. «È utopistico, ma sarebbe necessario». Ma spera comunque che venga mantenuto un costo minimo possano ridurre le disuguaglianze già esistenti nell’accesso ai vaccini e ai farmaci. Infine, conferma che si vaccinerà appena potrà: «Senz’altro con un vaccino approvato dalle autorità regolatorie. Dopo queste approvazioni vaccinarsi è ragionevolmente sicuro».