La parola d’ordine è vaccinare. Con la pandemia che continua a fare il suo corso inesorabile, ormai tutti i governi del mondo, Italia compresa, hanno capito che l’unico metodo per uscire da questo incubo senza fine è fare più vaccini possibili. Ne sono un esempio Israele e la Gran Bretagna, le due nazioni al momento con la più alta percentuale di popolazione vaccinata. Eppure in Italia si va a rilento, e non si capisce come mai. Secondo il virologo di fama internazionale Roberto Burioni, bisognava muoversi in anticipo: “Produrre vaccini anti-Covid in Italia? Forse era il caso di farsi venire questa geniale idea a novembre – scrive su Twitter – quando abbiamo saputo di avere due vaccini dall’efficacia mostruosa, e non a fine febbraio. Invece 4 mesi regalati al virus, centinaia di morti al giorno. Chi ha colpa per questo ritardo intollerabile?”.
Punta invece il dito contro l’Ue Silvio Garattini, presidente dell’Istituto Mario Negri: “Come Europa – le sue parole ad Agorà, su Rai 3 – bisogna dire che nella pianificazione delle vaccinazioni anti-Covid siamo stati incapaci, perché siamo arrivati con grande ritardo”.
VACCINI, GARATTINI: “SIAMO STATI LENTI”, GUERRA: “VACCINAZIONE DI MASSA IN ZONE ROSSE”
“In maggio – ha proseguito il noto medico – sono stati lanciati molti appelli al governo perché facesse il più presto possibile le prenotazioni, ma sono stati lenti. Non c’è bisogno di avere l’approvazione di un vaccino per ordinarlo. Molti Paesi l’hanno ordinato: l’Inghilterra non ha più dosi perché non ha seguito le regole dell’Ema, ma perché ha pagato in anticipo per averle. Dobbiamo ammettere che siamo in ritardo”. Secondo il farmacologo è necessario iniziare a produrre il vaccino anche in Italia, così come fatto già da altre nazioni europee: “Anche Francia e Germania hanno già vaccinato più di noi ed hanno molte più riserve. La Francia ha fatto un accordo per utilizzare gli stabilimenti della Sanofi per produrre dosi di Pfizer. La Germania ha costruito 2 stabilimenti dove realizzare il vaccino. Noi avremmo potuto farlo”. E ancora: “E’ molto importante che ci sia una produzione di vaccini”. Infine il pensiero di Ranieri Guerra, direttore vicario dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), che intervistato da Il Mattino ha proposto una vaccinazione di massa in quelle zone con contagi intensi: “come l’Abruzzo, la provincia di Perugia, il Trentino Alto Adige. Una somministrazione di massa, senza limitazioni di età o di attività lavorative”.