Ci lamentiamo di essere in ritardo sui tempi della vaccinazione e della mancanza dei vaccini stessi, in ritardo anch’essi rispetto ai tempi previsti di consegna. Ma che dire allora del civilissimo Canada, uno dei paesi occidentali più avanzati in termini economici, culturali e, pensavamo, anche sanitari? Un paese che ha sempre preso in giro i suoi vicini statunitensi per via del modello sanitario universale (come il nostro per intenderci) e non sottoposto a assicurazioni private come quello dei suoi vicini?
Un paese che ha avuto “soltanto” 23mila vittime causa Covid rispetto all’oltre mezzo milione di americani, per aver sempre rispettato le norme di sicurezza imposte dalle autorità? Ebbene il Canada è tra gli ultimi paesi al mondo per quanto riguarda il numero di vaccinazioni, dopo anche il tanto vituperato Brasile, il Cile, la Turchia e gran parte dell’Europa. Lo dice il monitoraggio eseguito dalla John Hopkins University: in Canada è vietato recarsi in viaggio e i confini con gli Stati Uniti, chiusi da quasi un anno, sono stati chiusi ancora per un altro mese.
IL CANADA FRA GLI ULTIMI PAESI PER NUMERO DI VACCINAZIONI
Il motivo di tutto questo è dato da diversi errori commessi a livello governativo, come aver firmato contratti con aziende produttrici di vaccino senza specificare il giorno di consegna, accettando il limite massimo di tre mesi, cosa che le aziende stanno facendo ritardando il più possibile la consegna fino al limite massimo. Ma ogni giorno di ritardo nella vaccinazione significa morti in più. Poi c’è il problema della burocratizzazione estrema del paese. Un articolo del sito The Atlantic descrive così la situazione: “Attraverso una combinazione di burocrazia e legislazione, il paese ha lentamente perso i suoi produttori di farmaci che stavano facendo ricerca e sviluppo originali, la sua capacità di rispondere tempestivamente a potenziali pandemie e il suo peso federale nell’organizzazione di strategie nazionali per la risposta alle pandemie e le emergenze”. Consulenti farmaceutici denunciano la perdita dell’industria farmaceutica nazionale da decenni a causa di un ambiente non favorevole agli investimenti in Canada, creato dai governi che si sono succeduti compreso quello dell’osannato Justin Trudeau in carica da sei anni, impegnatissimo però in cause come l’approvazione dell’eutanasia e il sostegno all’aborto.