Malattie neurodegenerative, miocardite, paralisi, malattie del fegato, trombocitopenia immunitaria, immunità ridotta, “guasti” del Dna e chi più ne ha più ne metta. Lo spazio non manca quando si tratta di contestare la sicurezza ed efficacia dei vaccini anti Covid. Stavolta ci pensa il professor Mariano Bizzarri, oncologo e ricercatore del dipartimento di Medicina sperimentale della Sapienza di Roma, membro della Commissione Dubbio e Precauzione di Massimo Cacciari e Carlo Freccero che raccoglie no vax e no green pass. Sulle colonne del Fatto Quotidiano, oltre a citare Giorgio Palù in merito alla questione dell’origine del Covid, fa riferimento a due studi che dimostrerebbero la pericolosità dei vaccini anti Covid. Del primo, sull’efficacia del vaccino Pfizer, ve ne abbiamo già parlato, ma è importante soffermarsi su quello a firma di Stephanie Seneff, ricercatrice del Massachusetts Institute of Technology (Mit) di Boston.
Tale lavoro è stato pubblicato sulla rivista Food and Chemical Toxicology e parla di «diverse conseguenze negative per la salute umana» e di «modificazioni indotte dal vaccino» che «hanno potenzialmente un nesso causale con malattie neurodegenerative, miocardite, trombocitopenia immunitaria, paralisi, malattie del fegato, ridotta immunità adattativa, ridotta risposta al danno del Dna e sviluppo di tumori». Nell’articolo di Mariano Bizzarri non poteva non trovare spazio anche la bufala del documento di BioNTech alla US Securities and Exchange Commission, che abbiamo già opportunamente approfondito.
CHI SONO GLI AUTORI DELLO “STUDIO”
Non è sufficiente però citare uno studio, ricercatore, rivista su cui è pubblicato e conclusioni per seminare dubbi sull’efficacia e sicurezza di vaccini che sono stati sperimentati e che hanno dimostrato la loro validità nella battaglia contro la pandemia Covid, quindi anche concretamente. È doveroso fare delle precisazioni, a partire dalla ricercatrice che ha firmato lo studio. Parliamo di una studiosa che sostiene che il glifosato causa malattie come Alzheimer e autismo, senza però aver trovato prove a riguardo. Protagonista di diverse pubblicazioni controverse da diversi anni, pure sull’intelligenza artificiale, la ritroviamo sul tema dei vaccini. Ma non si tratta di una immunologa o infettivologa, non è neppure virologa. Si tratta di un’informatica che, come ricostruito da Agence Science-Press, pubblica ricerche in biologia dal 2011, attirandosi critiche per le sue interpretazioni errate dei dati e le teorie non dimostrate. A firmare lo studio anche Greg Nigh, che è un naturopata, Anthony Kyrispoukov, microbiologo di una società di ricerca cosmetica, e Peter McCullough, noto diffusore di teorie del complotto, che si è reso protagonista di diverse affermazioni false: dagli asintomatici che non trasmettono il virus ai guariti che non possono contagiarsi, senza dimenticare l’ivermectina che cura il Covid e la tesi secondo cui i vaccini avrebbero ucciso più del Covid. Inoltre, è consulente medico di un’organizzazione, Truth for Health Foundation, che diffonde teorie del complotto, come quella che collega 5G e Covid.
LA CLAMOROSA AMMISSIONE DEGLI AUTORI: “LEGAMI TRA VACCINI E DANNI NON STABILITI”
Tra le cose insolite di questo studio, pubblicato il 15 aprile anche se la revisione è datata giugno (ci sarebbe pure da chiedersi come mai sia stato pubblicato su una rivista scientifica sottoposta a revisione paritaria che copre aspetti di sicurezza alimentare, sicurezza chimica e altri aspetti della sicurezza dei prodotti di consumo), è il fatto che si sofferma più sul Covid che sui vaccini, anche se è quest’ultimo il tema visto che l’obiettivo è proporre il quadro dei problemi di salute che dovrebbero causare. Ma basterebbe l’inizio per rendersi subito conto di cosa si ha di fronte: «I loro collegamenti (il riferimento è ai problemi di salute, ndr) con i vaccini RNA sono quasi interamente speculativi». Molte affermazioni sorprendenti non hanno riferimenti o se ne hanno sono falsi. «Su [l’efficacia dei vaccini nel ridurre la gravità dei sintomi], anche questo aspetto è in dubbio, come dimostrato da un’epidemia in un ospedale israeliano», ma nessuno dei due studi citati in realtà mette in dubbio l’efficacia dei vaccini. Tra le affermazioni senza prove e riferimenti: «La proteina spike… ha impatti biologici innegabili», «Le numerose alterazioni nel vaccino RNA [portano a] un’alta produzione della proteina spike».
Clamorosamente bella è questa parte: «Riconosciamo che i legami causali tra [la vaccinazione] e gli effetti collaterali non sono stati stabiliti nella maggior parte dei casi». Quindi, gli stessi autori riconoscono che non è uno studio, ma un articolo di speculazioni con il quale chiedono «alle istituzioni di salute pubblica a dimostrare, con prove, perché le questioni discusse in questo articolo non sono rilevanti per la salute pubblica». Dunque, fanno affermazioni senza produrre prove, ma anzi chiedono alle istituzioni sanitarie di dimostrare che le loro speculazioni sono sbagliate. Nel gergo della retorica si chiama inversione dell’onere della prova: anziché provare qualcosa, si chiede all’altra parte di dimostrare che si ha torto, ma nella scienza è chi avanza ipotesi che deve dare dimostrazioni, non il contrario. Spiace constatare anche stavolta che si presti il fianco a pseudo-studi, pubblicando articoli senza approfondire la questione, come richiederebbe il buonsenso prima del metodo scientifico.