Ha fatto il giro del mondo l’audizione pubblica al Parlamento in Australia a cui hanno preso parte i rappresentanti di Pfizer e Moderna, in relazione ai vaccini che hanno sviluppato durante la pandemia Covid. L’ha tenuta mercoledì il Comitato legislativo per l’istruzione e l’occupazione del Senato australiano. I legislatori conservatori si sono indignati per il fatto che almeno la metà degli australiani hanno avuto il Covid, nonostante siano state imposte alcune delle restrizioni e degli obblighi vaccinali più draconiani al mondo. Ma durante l’udienza, un rappresentante di Pfizer ha insistito sul fatto che nessuno è stato costretto a sottoporsi alla vaccinazione in Australia, nonostante i rigidi obblighi del Paese.
«Lei era in Australia durante il Covid, deve essere stato pienamente consapevole del fatto che persone, infermieri, medici, persone che volevano mantenere il loro posto di lavoro, sono state costrette a sottoporsi alla vaccinazione. Ora, ritratta la sua affermazione che non sono stati costretti?», ha attaccato la senatrice Pauline Hanson rivolgendosi al dottor Brian Hewitt, responsabile degli affari regolatori di Pfizer Australia. Ma Hewitt ha replicato: «Senatore, no, credo fermamente che nessuno sia stato obbligato a fare un vaccino. I mandati e i requisiti per i vaccini sono determinati dai governi e dalle autorità sanitarie. Credo che a tutti sia stata offerta l’opportunità di fare o non fare il vaccino e non credo che nessuno sia stato costretto a farlo».
PFIZER, A DIPENDENTI RISERVATI LOTTI DIVERSI DI VACCINI
Durante l’udienza, uno dei rappresentanti della Pfizer ha ammesso che durante il lancio del vaccino Covid, i dipendenti dell’azienda farmaceutica hanno ricevuto un siero diverso rispetto ai cittadini. «Il vostro mandato vaccinale prevedeva l’utilizzo di un vostro lotto di vaccino appositamente importato per la Pfizer e non testato dalla TGA?», ha chiesto infatti il senatore conservatore Malcolm Roberts. Il dottor Hewitt lo ha confermato, ma ha anche abbozzato una giustificazione: «Pfizer si è impegnata a importare i vaccini specificamente per il programma di vaccinazione dei dipendenti, in modo da non prelevare vaccini dalle scorte governative che venivano consegnate alle cliniche in base alle necessità». Ma i rappresentanti di Pfizer sono stati incalzati anche sui casi di miocardite e pericardite sviluppati dopo la somministrazione dei vaccini Covid: «Pfizer è conoscenza di segnalazioni molto rare di miocardite e pericardite che sono state temporaneamente associate al vaccino», ha spiegato il dottor Krishan Thiru, Country Medical Director di Pfizer Australia. Quando però gli è stato chiesto di spiegare il meccanismo per il quale il vaccino causa in alcuni casi la miocardite, il medico della Pfizer ha insistito nel parlare del rapporto benefici/rischi del prodotto mRNA, che ha indicato come eccellente. Di fatto, ha sviato più volte le domande, arrivando poi ad ammettere di dover tornare in commissione con «tutte le informazioni che possiamo fornire» sul meccanismo.
VACCINI COVID, ANCHE MODERNA IN SILENZIO SU EVENTI AVVERSI
Non è andata meglio con Moderna, che ha sviato le domande sugli eventi avversi gravi citati in un recente rapporto da una rivista medica. Ma il dottor Chris Clarke, direttore della direzione scientifica di Moderna, riferito di non aver visto il rapporto, né è stato in grado di fornire il tasso complessivo di lesioni gravi da vaccino di Moderna per il suo prodotto. «Quello che posso dirle è che il tasso di eventi avversi gravi nel nostro studio di controllo randomizzato, molto ampio, era in realtà in un range simile a quello osservato nel placebo», si è limitato a dire, ribadendo che gli studi di Moderna non hanno mostrato problemi di sicurezza e «nessuno squilibrio di eventi avversi gravi di particolare interesse o di decessi tra il gruppo del vaccino e il gruppo del placebo». Invece, il dottor Thiru si è anche rifiutato di rispondere quando gli è stato chiesto se la Pfizer avesse testato il suo vaccino Covid prima del lancio per vedere se avesse fermato o ridotto la trasmissione della malattia.