Se nessuno dei vaccini Covid approvati dall’Agenzia europea per i medicinali (Ema) serviva a prevenire l’infezione, perché sono stati resi obbligatori durante l’emergenza? A sollevare l’interrogativo è quanto riportato in un documento con cui l’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) risponde all’associazione Arbitrium PSG, che aveva presentato istanza di accesso agli atti per acquisire documenti relativi appunto ai vaccini. All’ultimo quesito, quello relativo l’indicazione terapeutica dei vaccini, la dirigente Carla Cantelmo, che ha firmato tale documento, scrive: «Al riguardo, si rappresenta che, allo stato attuale, nessun vaccino COVID-19 approvato presenta l’indicazione “prevenzione della trasmissione dell’infezione dall’agente Sars cov-2”».



Quindi, ricorda che l’indicazione terapeutica per la quale sono stati approvati i vaccini è riportata nei rispettivi RCP, il Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto. In effetti, Pfizer per il suo vaccino Comirnaty indica che «è indicato per l’immunizzazione attiva per la prevenzione di COVID-19, malattia causata da SARS-CoV-2» nelle persone con almeno 12 anni. Eppure, nel decreto che regolava il Green pass era scritto in merito all’adozione del piano vaccinale che era adottato «per la prevenzione delle infezioni dal virus SARS-CoV-2».



Dunque, qualcosa evidentemente non torna. Se nessuno dei vaccini è stato approvato per prevenire l’infezione da Sars-CoV-2, allora perché è stato disposto l’obbligo vaccinale per gli operatori sanitari e gli altri professionisti in ambito sanitario come misura preventiva per la trasmissione dell’infezione? Su cosa era fondato l’obbligo di vaccinazione?

VACCINI COVID, I CHIARIMENTI DI AIFA SU SU CANCEROGINITÀ

Dal documento in questione si apprendono anche altre informazioni interessanti in relazione agli altri punti della richiesta. Ad esempio, per quanto riguarda la possibile cancerogenicità in relazione all’eccipiente ALC-0159, in virtù dell’acetamide contenuto, l’Aifa precisa che la sostanza è «classificata dall’International Agency for Research on Cancer (IARC) come “possibile cancerogeno umano” sulla base di dati sull’animale, e tale classificazione risulta il livello più basso nella gerarchia delle evidenze sul potenziale cancerogeno».



Ma comunque si tratta di un aspetto «ampiamente analizzato nella procedura di approvazione del vaccino», non solo in virtù dei «dati bibliografici che mostrano la genotossicità dell’acetamide solo ad alte dosi a seguito di somministrazioni croniche nell’animale», ma anche della «quantità molto bassa dell’acetamide usata nel vaccino Comirnaty», sostanza che peraltro, ha un’alta eliminazione dal corpo umano, e «risultati degli studi di tossicologia del vaccino a dosi ripetute nel ratto».

Di conseguenza, è stato concluso che l’eccipiente sopracitato non ha alcun rischio genotossico. Così come non ci sono rischi ambientali per i vaccini Covid a mRna, non essendo OGM, quindi non sono state fatte ricerche su questo aspetto. Discorso diverso, invece, per i vaccini a vettore adenovirale, come Astrazeneca e quello di Johnson & Johnson, che sono OGM, quindi per questi ci sono state ricerche che sono state descritte.