La Corte di Giustizia Europea ha accusato la Commissione Ue, e in particolare Ursula Von Der Leyen per varie infrazioni commesse nel processo di acquisto delle dosi di vaccino Covid dalle case farmaceutiche. In particolare tra le accuse c’è soprattutto la poca trasparenza in merito alle trattative e ai contratti stessi, ai quali non è stato garantito l’accesso pubblico come previsto. Inoltre ci sarebbero anche sotto osservazione violazioni sulle clausole contrattuali relative agli indennizzi e mancate dichiarazioni circa l’assenza di conflitto di interessi dei membri funzionari che si sono occupati di tutto il processo di trattativa.



Ora che Von Der Leyen si appresta a pronunciare il suo discorso pubblico, in vista della votazione per una sua riconferma a presidente, sono attesi anche eventuali commenti e dichiarazioni in merito a quanto stabilito dai giudici, soprattutto per capire se finalmente potranno essere resi noti i dettagli nascosti sull’acquisto dei vaccini che finora non sono mai stati svelati. Viste anche le cause portate avanti da altri membri della Commissione e da privati cittadini in merito, e considerato che l’operazione è costata più di 2,7 miliardi di euro.



Corte Giustizia Ue rileva infrazioni nei contratti di acquisto vaccini Covid: “Limitata responsabilità delle case farmaceutiche in caso di danni”

Il Tribunale della Corte di Giustizia Ue è intervenuto con una sentenza in merito alla causa contro la Commissione sulle violazioni commesse nell’ambito della trattativa di acquisto dei vaccini Covid. L’operazione condotta da Ursula Von Der Leyen e dai funzionari con i rappresentanti delle case farmaceutiche infatti è stata giudicata poco trasparente, con numerose infrazioni commesse. Tra queste il non aver dato sufficiente accesso ai contratti, che sono stati tenuti nascosti  mentre dovevano essere per legge di pubblico dominio.



Tra le contestazioni ci sono anche irregolarità sulle clausole che dovevano proteggere i cittadini prevedendo un indennizzo nel caso in cui le dosi di vaccino si fossero rivelate difettose. Per questo non sarebbe stata garantita sufficiente tutela per compensare i rischi, in quanto, come hanno sottolineato i giudici: “I produttori devono essere responsabili di eventuali difetti dei prodotti e risarcire chi è stato danneggiato”. Aggiungendo: “La responsabilità non può essere soppressa o limitata da clausole di limitazione o di esonero“.