Con la prima fornitura di vaccini anti Covid dello scorso 30 dicembre, in Lombardia sarebbero arrivate in tutto 46mila siringhe inadatte. La prima fornitura, come spiega oggi Corriere della Sera, sarebbe partita da Roma per un totale di 11.060 siringhe consegnate tra il Sacco-Fatebenefratelli di Milano, Vimercate, Lecco e altri ospedali della Lombardia e sarebbero servite per diluire il vaccino con la soluzione fisiologica. Peccato però che come riferito da molti medici contattati dal quotidiano, le siringhe in questione sarebbero risultate troppo “grandi” essendo di 5 ml rispetto a 1,8 ml di quantità di fisiologica da mettere nelle fiale. Occorrerebbero quindi siringhe più piccole e con aghi differenti rispetto a quelli in dotazione.



Altro aspetto critico riguarderebbe proprio le siringhe più “piccole”, da 3 ml, comunque troppo capienti per la somministrazione del vaccino di cui va prelevata una dose da 0,3 ml. Per questo si parla di strumenti “inadeguati” in quanto obbligherebbe chi si occupa della somministrazione del vaccino di compiere una approssimazione della dose poichè sprovviste di tacche tarate su quantità così ridotte.



VACCINI COVID, IN LOMBARDIA DA ROMA 46MILA SIRINGHE INADATTE

Oltre alle 11 mila siringhe per i vaccini anti Covid, sempre in Lombardia il 30 dicembre scorso ne sarebbero arrivate altre 35mila ancora una volta inadatte. Come spiega il Corriere della Sera, dunque, molte strutture lombarde hanno comunque avviato la campagna di vaccinazione ma usando le proprie scorte di materiale sanitario e senza poter usufruire della fornitura da Roma. A parlare delle siringhe sbagliate era stato il direttore generale del Policlinico San Matteo di Pavia, Carlo Nicora che ha confermato: “Nel primo kit, arrivato mercoledì 30 dicembre, erano presenti le siringhe da 5 ml, che non servono, e quelle da 3 ml, per la diluizione del vaccino, mentre mancavano quelle da 1 ml, necessarie per inocularlo. La seconda consegna invece è stata regolare”. Lo stesso ha confermato l’avvio delle vaccinazioni utilizzando “siringhe che avevamo in magazzino”. Nonostante l’errore iniziale, gli stessi operatori sanitari hanno comunque spiegato che le siringhe ricevute non saranno sprecate ma impiegate per altre necessità negli ospedali lombardi. Fortunatamente, grazie alle scorte già in possesso non sono emersi problemi particolari sulle vaccinazioni.

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