Beffa per le persone che possiedono un certificato che attesta i danni dal vaccino anti Covid: niente indennizzi, perché nel tabellario nazionale non sono compresi paresi e miocarditi. Una beffa attorno a un cavillo, su cui comunque il ministero della Salute Orazio Schillaci vuole fare chiarezza. La Verità, tra l’altro, sollecita il governo Meloni a inserire il miliardo promesso per il fondo per i risarcimenti alle vittime dei vaccini anti Covid, che era stato dotato dall’esecutivo Draghi di 150 milioni. Nel frattempo, ci sono casi di danneggiati dai vaccini Covid a cui una commissione medica ha certificato la correlazione tra malattie e iniezioni, eppure non avranno alcun risarcimento, perché la loro patologia non rientra nel tabellario il cui aggiornamento risale al 1981, quindi quattro decenni prima della pandemia di coronavirus.
Il retroscena è rivelato dallo stesso quotidiano, che cita il caso di un ragazzo di 20 anni che, dopo aver ricevuto la seconda dose di Pfizer, ha riportato una miopericardite post vaccino anti Covid. I medici legali hanno riscontrato una verosimile correlazione tra l’infiammazione cardiaca e la vaccinazione, dando il via libera alla concessione dei benefici previsti dalla legge. Ma per ottenere il contributo, la malattia deve rientrare nella tabella sopracitata, dove non c’è spazio per la miocardite.
DANNI DA VACCINO COVID: SCHILLACI ASSICURA VERIFICHE PER INDENNIZZI
La Verità riporta anche il caso di una signora che non aveva problemi di salute prima di ricevere la prima dose di Pfizer, dopo la quale è per lei iniziato un calvario di visite, esami e controlli, fino al riconoscimento dell’invalidità civile per una «riduzione permanente della capacità lavorativa» del 40%, a causa della paralisi del nervo facciale, ipotiroidismo, cheratocono. I medici legali hanno giudicato sussistente la correlazione tra il danno e la vaccinazione, esprimendosi a favore del risarcimento, che però non potrà ottenere, perché la paresi appunto non compare nella tabella del 1981.
Il giornale riferisce che ci sarebbero altri casi di questo tipo, per i quali i danneggiati devono procedere affidando a dei legali l’incarico per l’impugnazione al ministero della Salute, mentre la signora potrebbe anche rivolgersi al giudice del lavoro. Da Pescara, dove si era recato per la convention di Fratelli d’Italia, il ministro Orazio Schillaci ha fatto sapere di aver incontrato una delegazione di danneggiati, su cui in generale c’è «una commissione specifica all’interno del ministero, che verrà potenziata in modo da andare a verificare puntualmente quanto accaduto con i vaccini Covid».