Con l’arrivo della pandemia al primo posto è stata collocata la campagna vaccinale, come unico strumento possibile nella lotta al Covid. A nulla sono valsi i tentativi di corrosione della narrativa generale, che vedeva nei vaccini l’unica misura volta a prevenire il contagio. E a nulla sono servite le richieste di approfondimenti sugli effetti avversi. Anzi, nel nostro Paese, come noto, l’AIFA ha sempre cercato di insabbiare tutto a favore delle case farmaceutiche. Di questa idea è sembrata anche la dottoressa Clare Craig, patologa clinica britannica, che, intervistata a La Verità, ha manifestato la propria preoccupazione in merito all’incremento di decessi, soprattutto tra giovani, a partire dalla primavera 2021.



I decessi non sarebbero legati al Covid, e l’impennata di casi sarebbe iniziata proprio immediatamente dopo l’inizio della campagna vaccinale. Almeno porsi domande in merito ad un possibile collegamento coi vaccini sarebbe lecito secondo la patologa, facente parte tra l’altro del gruppo Hart (Health advisory & recovery team), un team di studiosi e scienziati che in questi ultimi anni ha deciso di svolgere ricerche e revisioni sulle politiche che sono state adottate per combattere la pandemia.



“MORTI SOPRATTUTTO PER CAUSE DI NATURA CARDIOVASCOLARE”

La Dottoressa Craig nella sua analisi si è concentrata soprattutto sulla situazione in Gran Bretagna, in cui la fascia d’età maggiormente colpita sarebbe compresa tra i 15 e i 19 anni, e le morti sarebbero legate prevalentemente a patologie di natura cardiovascolare o a ictus improvvisi. Dati preoccupanti che sarebbero stati registrati anche altrove, come ha sottolineato la stessa patologa. Ad esempio anche a Singapore normalmente il tasso di malattie cardiovascolari è molto basso. Invece sempre a partire dal 2021 si è assistito ad un eccesso di morti sempre per cause cardiovascolari.



Stesso discorso anche per quanto riguarda l’Australia e gli Stati Uniti. “Senza dubbio questo è un andamento molto insolito che ovviamente deve essere considerato prendendo in esame tutti i fattori che potrebbero averlo causato. Tuttavia il vero problema è che pur essendoci delle prove circostanziali invece di iniziare delle indagini aperte e trasparenti, chiunque abbia avanzato preoccupazioni e dubbi è stato attaccato, accusato di diffondere disinformazione e portato al silenzio” Queste le parole di Carole Craig.

“DANNI DA VACCINI COVID”: BIG PHARMA FAVORITA?

La dottoressa Craig si è anche spinta oltre il semplice riscontro di strani incrementi di decessi tra giovani. “Nel Regno Unito i vertici delle istituzioni, che dovrebbero vigilare sulla salute e sulla sicurezza dei farmaci, sembrano fieri di aver cambiato il loro ruolo ufficiale da “cane da guardia” a “collaboratori” delle le aziende farmaceutiche.”

La patologa britannica non si esime anche dal dubitare che ci sia stato un chiaro favoritismo da parte delle autorità internazionali nei confronti delle case farmaceutiche. Ne è conferma anche il fatto che i vaccini erano stati immessi sul mercato per prevenire la malattia, come dichiarato dalla stessa OMS. E così non è stato, anzi. “Le autorità hanno giustificato i danni da vaccino sulla base della frase che grazie ai vaccini “milioni di vite sono state salvate”. Le prove però dimostrano che questo non è vero, quindi non c’è giustificazione per i danneggiati”.