Maria Rita Gismondo è sempre stata una voce fuori dal coro durante la pandemia Covid. La direttrice del laboratorio di microbiologia clinica, virologia e diagnostica delle bioemergenze presso l’Ospedale Sacco di Milano lo è anche ora che l’emergenza è finita. Infatti, ha scritto un libro sui «misfatti della pandemia», ma «non tutte le malefatte, altrimenti avrei dovuto fare una nuova Treccani». Nell’intervista alla Verità commenta positivamente l’apertura della premier Giorgia Meloni ad approfondimenti sugli effetti avversi dei vaccini Covid. «Nessuno ha mai detto durante la campagna vaccinale che il vaccino può dare effetti collaterali», quindi è arrivato il momento di fare chiarezza per Gismondo. Ha sempre auspicato l’istituzione di una commissione scientifica senza scontri di ideologie.
Il campo politico non le interessa, Gismondo resta su quello scientifico, bocciando anche l’algoritmo dell’Oms sul nesso di causalità usato per stabilire gli eventi avversi post vaccini Covid. «È tutto da rivedere, ed è molto rischioso perché non ci fa cogliere aspetti estremamente importanti dei vaccini a mRna». Per Gismondo sono stati «prodotti in gran fretta, senza una valida e ampia sperimentazione». A tal proposito, evidenzia che «alcuni effetti hanno bisogno di tempo per manifestarsi» e cita la Food and Drug Administration (Fda) che «parla di più di 30 anni, come arco di tempo per gli eventi avversi possibili». A preoccupare la virologa sono i casi di giovani «finiti su una carrozzina dopo due giorni dalla vaccinazione», ma ne cita anche altri con tremori per infiammazioni diffuse, con dolori articolari, donne con ciclo mestruale irregolare. Servirebbe secondo Gismondo una catalogazione degli eventi avversi che altrimenti passano inosservati.
DALL’AUMENTO DI TUMORI AI RISCHI PER LE GENERAZIONI FUTURE
Per Maria Rita Gismondo bisognerebbe poi «indagare con la massima urgenza» gli aumenti di tumori e decessi per capire se vi sono correlazioni con i vaccini per il Covid. Nell’intervista a La Verità conferma la necessità di esperimenti come quelli di Phillip Buckhaults, esperto di genomica del cancro, che vuole verificare se frammenti di Dna nel vaccino a mRna possono integrarsi nel genoma delle cellule tumorali ovariche. «Sappiamo che l’Rna in alcune cellule, come quelle epatiche, attraverso una retrotrascrittasi può diventare Dna e integrarsi nel nucleo». La virologa boccia poi l’Agenzia italiana del farmaco (Aifa), perché «ha fallito» riguardo la farmacovigilanza. Neppure l’Ema ha brillato per trasparenza secondo Gismondo, che tira in ballo anche l’ex ministro della Salute Roberto Speranza e il Comitato tecnico scientifico che lo ha aiutato durante la pandemia.
Affermazioni destinate a far discutere anche quelle che riguardano il vaccino di AstraZeneca, «che ha fatto danni ma non hanno avuto il coraggio di ritirarlo». Per la virologa c’è però un “primo peccato originale”, quello «che ha cominciato a mietere vittime». Si tratta delle mancate autopsie per indagare correlazioni tra Covid e decessi. «La pandemia avrebbe provocato molto meno decessi se avessero permesso di fare autopsie e di curare meglio i pazienti prima che arrivassero in rianimazione». Infine, non esclude futuri problemi a livello genetico per le generazioni future: «È una mia grande preoccupazione. Il Dna e l’Rna sono ancora molto sconosciuti. Fino a quando non sarà esclusa, è un’ipotesi da appurare scientificamente».