Nei 22 minuti di discorso al Senato (Comunicazioni in vista del prossimo Consiglio Europeo, ndr) il Presidente del Consiglio Mario Draghi ha lanciato un monito piuttosto duro alle Regioni sul tema cardine dei vaccini anti-Covid: «Per quanto riguarda la copertura vaccinale di coloro che hanno più di 80 anni, persistono purtroppo importanti differenze regionali, che sono molto difficili da accettare. Mentre alcune Regioni seguono le disposizioni del Ministero della Salute, altre trascurano i loro anziani in favore di gruppi che vantano priorità probabilmente in base a qualche loro forza contrattuale».



L’accusa del Premier si dirige senza fare nomi ma con indirizzi abbastanza chiari: in primis la Toscana di Giani che sul “caso Scanzi” e le pochissime coperture vaccinali agli over 80 è in netta difficoltà, ma il richiamo può valere anche su altri territori – come la Lombardia – dove gli errori e la confusione nella gestione ha portato al momento come non vicina la fine della somministrazione agli over 80. Stamane il commissario vaccinale lombardo, Guido Bertolaso, nel ribadire le sue scuse ai cittadini per gli errori avanzati nei giorni scorsi, ha annunciato «noi continuiamo ad aumentare le vaccinazioni ogni giorni e tra il 10 e l’11 aprile avremo finito quelle agli anziani over 80». Tornando a Palazzo Madama, Draghi ha poi voluto fare un appello all’unità proprio partendo dalle difficoltà riscontrate: «tutte le Regioni devono attenersi alle priorità definite dal ministero della Salute. Il Governo renderà pubblici tutti i dati sul sito della presidenza del Consiglio. Dobbiamo stare uniti».



L’ATTACCO ALLE REGIONI E LA REPLICA DI TOTI

Draghi ha poi annunciato una imminente riapertura del Paese dopo Pasqua, a cominciare dalle scuole, con proprio i territori regionali e comunali che saranno interessati ad una sempre maggior collaborazione con il Governo per traghettare al più presto il Paese fuori dalla crisi sanitaria, economica e sociale. Non sono piaciuti a tutti gli attacchi di Draghi agli enti locali, come ad esempio il Governatore della Liguria Giovanni Toti: a Mattino5 il Presidente ligure ha spiegato «Dire che il governo centrale non abbia colpe sull’andamento della somministrazione dei vaccini mi sembra autoassolutorio. La maggior parte delle Regioni ha fatto quello che doveva fare e ad essere onesti le categorie prioritarie sono state inventate dal precedente governo perché non sapevano a chi dare AstraZeneca. Ora non giochiamo ad uno scaricabarile. Molte regioni hanno messo apposto le cose e hanno messo a disposizione le loro forze».



Rispondendo però all’appello di Draghi per una maggior collaborazione, Toti lancia una sua proposta «Concentriamoci sulle vaccinazioni degli over 75 e potremo riaprire tutto. Uno sforzo che possiamo fare nelle prossime due-tre settimane per dare fiato al Paese, altrimenti per asfissiare il virus asfissieremo noi stessi». Per il leader di “Cambiamo!” la gente davvero è esausta da tutte queste chiusure, oltre che dal Covid: «le persone non ce la facciano più. Non ce la fanno più le attività economiche, non ce la fanno più i ragazzi a stare a casa, non ce la fanno più i teatri e i musei. Stiamo desertificando un Paese per salvare noi stessi e – conclude replicando soprattutto all’ala più chiusurista del Governo – non credo sia la soluzione».