Le Regioni spingono per nuove riaperture dal prossimo Decreto Covid, il Premier Draghi si dice concorde mentre il Ministro della Salute Roberto Speranza dice ancora una volta di no: questo il resoconto in estrema sintesi del lungo vertice Governo-Regioni tenutosi in video-collegamento oggi a Palazzo Chigi. «Iniziare a guardare al futuro dell’Italia programmando le riaperture per quando sarà possibile», ha detto il Presidente del Consiglio chiudendo la riunione in video-conferenza, «Bisogna cominciare ad aver di nuovo il ‘gusto del futuro’. Occorre uscire da questa situazione di inattività. Sono certo che, tutti insieme, raggiungeremo qualunque obiettivo. Questa è la mia certezza, non è una speranza né un pronostico».
Anche sul fronte vaccini, Draghi va incontro ai territori e annuncia «Gli obiettivi prefissati per aprile e maggio, in riferimento alle forniture di vaccini e al numero delle vaccinazioni, pari al mezzo milione di vaccinati al giorno, non sembrano più così lontani»; non solo, Draghi ricorda come la Commissione Europea ha assicurato che «le dosi dovrebbero essere più che sufficienti per raggiungere l’immunità per il mese di luglio in tutta l’Europa». A frenare però ci ha pensato ancora il titolare della Sanità in quota Leu che sottolinea a margine del vertice con le Regioni, «Numeri toppo elevati per allentare le misure, è troppo presto». Chiudendo il vertice – e in vista del Cdm del prossimo 31 marzo con l’approdo del Decreto Covid – la Ministra per gli Affari Regionali Mariastella Gelmini annuncia «il testo decreto Covid non è ancora pronto, ma stiamo dicendo tutti la stessa cosa. Occorre dare una speranza, ma non è il momento per dire ‘riapriamo tutto’. Attenzione sino a 15/20 aprile, poi serve un automatismo per evitare nuovo DL». Si profila dunque un possibile scontro in vista del prossimo Consiglio dei Ministri con l’ala del Centrodestra che chiede di inserire nel Decreto dei meccanismi e automatismi per le riaperture, ma l’ala più “rigorista” con Speranza in prima fila spinge per chiudere di nuovo tutta l’Italia fino a maggio.
LE RICHIESTE DI RIAPERTURE DELLE REGIONI
«Bisogna guardare al futuro per dare un segnale al Paese. Si cominci a fare un ragionamento sulle riaperture in base alla certezza sull’arrivo dei vaccini», è la richiesta pervenuta dalle Regioni al Governo nel vertice terminato poco prima delle 19 a Palazzo Chigi e in video-collegamento sul piano vaccini rinnovato e sul nuovo Decreto Covid in vigore dopo la Pasqua. A quanto apprende l’ANSA, il clima della riunione è stata cordiale anche se i territori hanno rilanciato la richiesta di programmare graduali riaperture per iniziare a porre un segnale di speranza e fiducia nel Paese stanco di lockdown e coprifuoco ormai da diversi mesi.
Il premier Draghi ha introdotto il vertice, poi ha ascoltato il presidente della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini, e il vice Giovanni Toti e infine, dopo una breve replica, è andato via: «Dobbiamo andare avanti insieme e ce la faremo», avrebbe detto il Capo del Governo in risposta alle Regioni, secondo quanto riportato da Adnkronos. Draghi avrebbe poi insistito sul concetto di «marciare uniti», mettendo da parte «ogni polemica, perché l’emergenza pandemica impone compattezza». Le richieste nel concreto delle Regioni sul nuovo Decreto sono invece le seguenti: stop alla soglia dei 250 casi su 100.000 abitanti – «perché penalizza le regioni che fanno più tamponi» – e reintroduzione delle 4 zone – bianca, gialla, arancione, rossa – sulla base del numero dei contagi e della diffusione del virus. Fonti della Lega fanno poi sapere di aver richiesto in sede di discussione Regioni-Governo delle «riaperture ragionevoli», in particolare «clausole per ripristinare le zone gialle nei territori ove i numeri lo consentono». Da ultimo, i Presidenti leghisti fanno sapere «Dopo un quasi un anno dall’inizio della pandemia, la Lega auspica indicazioni scientifiche sul rischio che comporterebbero alcune riaperture come quelle di teatri o ristoranti per immaginare ‘scelte consapevoli’ della politica».
LE NOVITÀ DEL PIANO VACCINI: IL PUNTO DI FIGLIUOLO
Inizia in questi minuti la video-conferenza tra Regioni e Governo Draghi in merito alle prossime regole del Decreto Covid e all’aggiornamento sul piano vaccini: mentre il commissario all’emergenza oggi da Genova ha annunciato l’arrivo dal 16 aprile del vaccino Johnson & Johnson (oltre alla fornitura di altre 3 milioni di dosi entro fine marzo di Pfizer e AstraZeneca), il Ministro della Salute Roberto Speranza ha spiegato ai Presidenti di Regione che per l’estate il Governo sta lavorando con la Commissione Europea per la produzione del Green Pass (passaporto vaccinale sanitario) per poter far riprendere in sicurezza il settore del turismo.
Nell’inaugurazione del nuovo hub vaccinale in Fiera Genova, ancora Figliuolo ha stabilito il punto nodale del piano da presentare oggi pomeriggio alle Regioni: «Capillarità sul territorio e grandi hub nelle aree metropolitane: sono questi i due elementi che devono contraddistinguere la nostra campagna vaccinale per arrivare alle 500mila somministrazioni al giorno ed è su questa linea che fin dall’inizio ci siamo mossi, portando i punti vaccinali dai 1.400 del 1 marzo agli oltre 2mila che abbiamo oggi». Prosegue intanto il pressing della Lega e dei Governatori di Centrodestra per le riaperture da adottare forse da metà aprile: «tenere tutto chiuso e fermo indipendentemente dai dati sanitari è impensabile. Assurdo vietare gli spostamenti in Italia e consentire vacanze all’estero», ha detto Salvini ai Presidenti di Regione in quota Lega in un incontro in video-collegamento avvenuto questa mattina.
OGGI VERTICE GOVERNO DRAGHI-REGIONI
È previsto alle ore 16 il video collegamento del vertice voluto dal Governo con i rappresentanti delle Regioni per discutere del piano vaccini – “aggiornato” con le ultime linee guida – e sulle riaperture/chiusure del prossimo Decreto Covid. Per l’esecutivo saranno presenti il Premier Mario Draghi, i Ministri Speranza (Salute) e Gelmini (Affari Regionali), il Capo della Protezione Civile Fabrizio Curcio e il commissario all’emergenza gen. Francesco Paolo Figliuolo; le Regioni invece saranno guidate al solito dal Presidente della Conferenza Stefano Bonaccini e dal vice Giovanni Toti.
Dopo lo scontro a distanza per le dure parole dette in Parlamento la scorsa settimana, Draghi tenta di “ricucire” con i territori provando a uniformare al più possibile le campagne vaccinali e lodando – come detto venerdì in conferenza stampa – lo sforzo che stanno facendo le Regioni per accelerare il più possibile con le somministrazioni ad anziani e categorie più fragili. «Difficile da accettare, trascurano gli anziani in favore di gruppi di potere», queste parole di Draghi avevano scatenato non poche polemiche in alcuni Presidenti di Regione, oggi il vertice apposito per ricucire da un lato e per lanciare l’obiettivo di 500mila dosi al giorno da metà aprile (se non prima) in poi e per indicare la strategia a “doppio binario” del commissario Figliuolo (hub e punti vaccinali nelle città, postazioni mobili per raggiungere in maniera capillare i paesi e le zone più isolate).
PIANO VACCINI, DRAGHI CERCA DI UNIFORMARE I PIANI
Le nuove linee guida del piano Figliuolo sui vaccini prevedono la costituzione di centri vaccinali in ogni parte d’Italia, mandando in “soffitta” l’idea delle primule e affidandosi al ruolo logistico di primo piano dell’Esercito e della Protezione Civile. I casi AstraZeneca, Sputnik e in generale la richiesta di maggiori dosi sui territori verrà messa una volta per tutte nero su bianco nell’incontro odierno: il Governo informerà le Regioni del preciso calendario di forniture in arrivo (come già da qualche settimana sta producendo il commissario Figliuolo, ndr). «Il Governo stringa i bulloni ora», è la richiesta partorita ieri dal Presidente dell’Emilia Romagna Bonaccini intervenuto a “Mezz’ora in più” su Rai3 in polemica contro il collega della Campania De Luca (che ha trovato accordo per il vaccino russo, ndr), «Nessuna Regione italiana può acquistare i vaccini per conto proprio, per come stanno le regole oggi, se le regole cambieranno vedremo».
Il presidente Css e coordinatore Cts Franco Locatelli a “Che tempo che fa” ieri sera ha invece sottolineato l’importanza dell’accelerazione sui vaccini da qui fino a maggio: «La fascia fra i 70-79 anni va tutelata prioritariamente, è una fascia con una mortalità del 10%. Anche nella prima fascia di persone vaccinate è stato seguito il criterio anagrafico, insieme agli operatori sanitari sono stati ammessi over 80 e personale delle Rsa, e notiamo già una flessione dei contagi. Si è data priorità anche a soggetti vulnerabili, si è cercato di proteggere i più fragili, e anche qui il criterio dell’età è importante».
NUOVO DECRETO COVID: POSSIBILI RIAPERTURE?
Il vertice con le Regioni però non sarà solo piano vaccini e aggiornamento sulle forniture: in vista del prossimo 7 aprile, sarà discusso il nuovo Decreto Covid che dovrà integrare le regole anti-pandemia per l’intero mese di aprile sostituendo gli ultimi due provvedimenti in scadenza (Dpcm e Decreto Covid 13 marzo). Le misure e le restrizioni sono già state anticipate in larga parte dallo stesso Draghi nella conferenza stampa di venerdì scorso (no zone gialle, scuole aperte fino alla prima media in presenza, conferma di coprifuoco e divieto spostamenti tra Regioni), ma sono diversi i nodi ancora da dirimere e sciogliere con i rappresentanti regionali: in primis, il tema delle possibili riaperture di alcuni settori. Come anticipa l’agenzia ANSA, nel Decreto Covid potrebbe essere inserita una norma che consenta una sorta di “verifica” a metà aprile delle condizioni epidemiologiche per eventualmente portare alcune riaperture su scuole superiori, eventi (musei, cinema, teatri) e ristorazione (bar e ristoranti aperti a pranzo in zona gialla).
Sarebbe questo un punto di mediazione tra l’ala “rigorista” (Pd-M5s-Leu) e quella più aperta ad allentare le restrizioni sugli italiani (Cdx-Italia Viva): tale “verifica” non dispiace affatto ai membri di Governo del Centrodestra che invitano a non dare per scontato che il nuovo Decreto ponga chiusure come quelle attuali fino al prossimo 30 aprile. Tra le altre misure che saranno contenute nel nuovo provvedimento in arrivo da dopo Pasqua vi saranno anche norme ad hoc per il personale sanitario: l’obbligo di vaccinarsi per medici e infermieri a contatto con il pubblico e lo ‘scudo penale’ per chi somministra le dosi limitando la punibilità ai soli casi di colpa grave. Nelle prossime ore è invece atteso un nuovo parere del Cts che possa fornire l’ultimo aggiornamento sui dati epidemiologici utili a fissare le regole del Decreto Covid, con il testo di bozza che potrebbe essere pronto mercoledì e andare in Cdm il giorno stesso, al più tardi giovedì santo.