Sono 9.499.293 le persone in Italia vaccinate al 29 marzo (ore 16.03), di cui 2.996.933 anche con la seconda dose: i numeri sono in aumento dall’inizio di marzo (con il cambio Governo e struttura commissariale) ma per il momento non basta a recuperare il terreno perso. Ma il problema immunizzazione non è solo un nodo italiano, purtroppo: gli obiettivi fissati dalla Commissione Europea per la campagna vaccinale sono purtroppo sfumati. A dirlo sono i dati del report Ecdc (European Centre for Disease Presention and Control) emersi oggi 29 marzo 2021 nella nota che riassume la relazione tecnica sul rischio di trasmissione del virus da individui infettati di recente, con precedente infezione o vaccinazione documentata: l’immunizzazione dell’80% degli over 80 e l’80% degli operatori sanitari entro la fine di marzo sono purtroppo – a due giorni dalla scadenza – piuttosto lontani.



Secondo i dati dell’Ecdc al 29 marzo, solo il 55,8% degli over 80 europei ha ricevuto la prima dose; il 27% anche la seconda (i dati dell’Ecdc si basano sui numeri trasmessi da 22 Stati membri, ma mancano ancora Germania, Paesi Bassi e Spagna). Non va molto meglio sul fronte degli operatori sanitari vaccinati: sulla base dei dati finora di 11 Paesi, il 59,3% ha ricevuto la prima dose e il 45,6% anche la seconda. In questo caso hanno centrato l’obiettivo solo tre Stati: Ungheria (100%), Spagna (90,5%), Romania (87,4%) mentre in Italia sono stati vaccinati 2.978.000 operatori sanitari e sociosanitari. Per la categoria degli over-80 hanno già raggiunto l’obiettivo invece Malta (93,6), Irlanda (92,2%), Finlandia (83,5%) e Svezia (81,4%), ancora molto indietro purtroppo l’Italia al netto di un’accelerazione importante avvenuta nelle ultime due settimane (sono 3.054.086).



GLI ALTRI I DATI ECDC SUL COVID

L’Ecdc non compie però solo analisi sui dati in merito alle vaccinazioni, ma più in generale ogni report produce importanti novità e approfondimenti circa la pandemia stessa nella sua fase più acuta in questi ultimi mesi, ovvero le varianti del Covid-19. Emerge nell’ultimo report del 29 marzo come finora le “reinfezioni” da coronavirus siano per fortuna “piuttosto rare” per 5-7 mesi dopo il recupero da un’infezione da Covid-19, e «le prime indicazioni sono che il rischio di trasmissione sembra essere ridotto in coloro che sono vaccinati». Sempre il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie stimano tra l’80 e il 100% l’effetto protettivo della precedenze infezione. «La prova dell’impatto della vaccinazione sul rischio di trasmissione è disponibile da un solo studio», spiega in ultima analisi l’Ecdc, ma «vi sono anche prove di una minore carica virale negli individui vaccinati rispetto agli individui non vaccinati, il che potrebbe tradursi in una trasmissione ridotta». Molte di queste ricerche però sono state condotte prima dell’emergere delle varianti preoccupanti del nuovo Coronavirus, tiene a precisare il Centro europeo.