L’impatto dei vaccini anti Covid sulle infezioni, quindi sulla trasmissione del variante Delta del coronavirus è meno forte di quel che si pensa. Lo evidenzia un nuovo studio dall’Imperial College, secondo cui la vaccinazione completa dimezza la trasmissione e ed è efficace al 60% nel prevenire i sintomi. I risultati dell’indagine React-1, che ha coinvolto 98mila volontari in Inghilterra e si occupa di fotografare mensilmente l’epidemia in Inghilterra, ha per la prima volta stimato l’efficacia del vaccino, fornendo la prova più ampia riguardante la protezione che offrono. Nell’analisi sono stati inclusi entrambi i vaccini usati, AstraZeneca e Pfizer, ma non sono stati forniti dati specifici per ognuno di esso.
«I risultati sono incoraggianti per quanto riguarda la riduzione dell’ospedalizzazione e della morte da Covid, ma ricordano che, anche con una copertura vaccinale estremamente alta, è molto probabile che avremo un’altra ondata di infezioni in autunno», ha dichiarato Tom Wingfield, docente clinico senior alla Liverpool School of Tropical Medicine. Questo perché appunto i vaccini fermano la metà delle infezioni.
“VACCINAZIONE RESTA EFFICACE”
Studi recenti avevano dimostrato un’efficacia al 90% nel prevenire i ricoveri, invece in questo studio il 40% dei positivi sono risultati asintomatici e molti altri avevano invece sintomi molto lievi. «La vaccinazione rimane altamente efficace contro la variante Delta», ha dichiarato Paul Elliott dell’Imperial College, co-leader del progetto. Tornando ai contagi, nell’ultima indagine, che ha preso in esame il periodo dal 24 giugno al 12 luglio, è emersa una prevalenza dell’infezione quattro volte superiore rispetto alla rilevazione precedente. La diffusione stava cominciando a rallentare alla fine del periodo di campionamento, ma il periodo preso in esame è esattamente quello prima del calo di casi Covid. Inoltre, «la variante Delta ha costituito il 100% dell’ultimo campione», ha osservato Steven Riley, co-leader dello studio.
LONG COVID? MENO FREQUENTE NEI BAMBINI
Un’altra ricerca, invece, ha fornito risultati rassicurati sul long Covid nei bambini. I ricercatori del King’s College di Londra ne hanno studiati 1.734 dai 5 ai 17 anni con sintomi da coronavirus e test positivo, scoprendo che i sintomi (come mal di testa, mal di gola e stanchezza) durano per 4 settimane nel 4,4% di loro, per più di 8 nell’1,8%. Siamo quindi ben al di sotto del 10-20% riportato frequentemente dagli adulti. «Molti bambini che prendono il coronavirus non mostrano alcun sintomo, e sarà rassicurante per le famiglie sapere che per quei bambini che si ammalano di Covid-19 è improbabile che soffrano di effetti prolungati. La nostra ricerca conferma che un piccolo numero ha una lunga durata della malattia con il Covid-19, anche se questi bambini di solito si riprendono con il tempo», ha dichiarato Emma Duncan, autore senior dello studio che è stato pubblicato su The Lancet Child and Adolescent Health.
Dello stesso parere è Russell Viner, professore di salute infantile e adolescenziale presso l’University College di Londra: «La grande maggioranza dei bambini ha recuperato entro due mesi dopo la malattia, questo è rassicurante circa il peso della popolazione dei sintomi post-Covid nei bambini e nei giovani».