Vaccini in anticipo per combattere le pandemie del domani. Questo, in estrema sintesi, è il piano escogitato da Anthony Fauci, direttore del National Institute of Allergy and Infectious Diseases degli Stati Uniti D’America, che considera opportune l’elaborazione e il successivo sviluppo di circa venti diverse famiglie di virus. Un concetto veicolato in occasione di una recente conferenza stampa e riportato sulle colonne del “New York Times”, dove campeggiano le sue dichiarazioni: “In un certo senso, il mondo è stato fortunato con il nuovo Coronavirus“, poiché gli scienziati hanno passato anni a studiare i Coronavirus, e disponevano proprio degli strumenti necessari per realizzare i vaccini Covid in tempi ridotti.
Tuttavia, Fauci si domanda cosa potrebbe succedere se la prossima pandemia dovesse provenire da un virus che causa la febbre di Lassa, o dal ceppo di Ebola del Sudan, o , ancora, da un virus Nipah. Ecco perché, a suo dire, la soluzione a eventuali problematiche future potrebbe risiedere in un programma ambizioso e costoso, teso a consentire all’umanità di arrivare preparata a scenari disastrosi sul fronte sanitario. Un investimento da “pochi miliardi di dollari all’anno” e che necessiterebbe di cinque anni per arrivare ai primi risultati utili.
VACCINI IN ANTICIPO: “STUDI AL VIA NEL 2022, SE I FINANZIAMENTI ARRIVERANNO”
I vaccini prototipo potrebbero essere costruiti dagli esperti grazie a un’accurata opera di ricerca sulla struttura molecolare di ciascuno dei venti virus individuati da Fauci, capendo doge gli anticorpi dovrebbero colpirlo. “Se ottenessimo i finanziamenti, che credo otterremo, probabilmente inizieremo a lavorarci nel 2022”, ha asserito l’esperto al New York Times, svelando di avere già condiviso la sua teoria con alcuni esponenti della Casa Bianca.
Il tutto mentre il suo istituto ha già realizzato una tabella di calcolo per ognuna delle 20 famiglie di virus, indicando al suo interno la loro anatomia e il tasso di vulnerabilità dei patogeni. “Per ogni famiglia di virus siamo in uno stato diverso di conoscenza e sviluppo del vaccino”, ha detto al NYT il dottor John Mascola, direttore del Centro di ricerca sui vaccini presso l’istituto. Sono altresì previsti accordi di collaborazione con aziende farmaceutiche per produrre rapidamente vaccini prototipo.