Per i vaccini in azienda è ancora presto. Non c’è ancora una data certa per cominciare: «Se mi chiedete il giorno, vi dico che sto facendo gli incroci delle curve e quindi li sto studiando, poi ci sarà una decisione che verrà presa a livello nazionale e chiaramente coinvolgerà il presidente del Consiglio. Però siamo vicini». Così il generale Francesco Paolo Figliuolo, commissario per l’emergenza Covid. Le aziende sono già pronte, ma «devono aspettare che arrivino le quantità di vaccini per mettere in sicurezza gli over 70, poi arriviamo intorno ai 65 e a quel punto si vedrà». Ma l’accordo firmato dal governo con imprese e sindacati, che ha portato al protocollo Inail, prevede una tabella ufficiale secondo cui si comincia da maggio con le prime 500 aziende delle 7.500 organizzazioni che hanno risposto all’appello lanciato da Confindustria a marzo. Dunque, potrebbe esserci uno slittamento. Le aziende ai nastri di partenza hanno già dato disponibilità per le categorie prioritarie.
Reale Mutua Assicurazioni a Torino, ad esempio, ha creato un hub vaccinale di 2.400 metri quadrati affidandolo all’Asl del territorio, con medici di una struttura privata. I costi sono a carico di Reale Mutua. A pieno regime, come evidenziato dal Corriere della Sera, si garantiscono 960 vaccinazioni al giorno, ma l’obiettivo è arrivare in totale a 100mila in tre mesi.
LA RETE DI AZIENDE PRONTE A VACCINARE
La fondazione Ferrero ha messo a disposizione dell’Asl di Alba spazi e ambulatorio medico al suo interno. L’obiettivo è vaccinare 120-130 persone al giorno una volta a settimana. Il gruppo ha dato anche la disponibilità a vaccinare circa 7mila dipendenti, di cui 4.500 ad Alba, appena possibile. Mediaset ha messo a pieno regime un sistema di prevenzione attraverso tamponi, anche con un drive through, ma è pronta a mettere a disposizione tre linee vaccinali, di cui una a Roma. Vi potranno accedere dipendenti, collaboratori e dipendenti delle società partner. L’azienda fa sapere che si tratta di una platea di 6-7mila persone. Per gli aspetti legati a salute e sicurezza ci si avvale della collaborazione con il San Raffaele. A regime si potrebbe arrivare a 450 vaccinazioni al giorno. Luxottica ha attivato un sistema di tracciamento aziendale e tamponi per dipendenti e loro familiari che è tra i migliori in Italia. Inoltre, ha anche congelatori per conservare i vaccini a -70°, quindi può gestire qualsiasi vaccino. Tim, che ha 42mila dipendenti a cui destinare il vaccino (ma la scelta è volontaria) ha messo a punto un piano sanitario, ma metterà a disposizione dell’Asl le sedi in tutte le regioni per le vaccinazioni di massa. Pronta anche Stellantis, che può partire a maggio e già dal mese scorso ha dato la disponibilità a vaccinare i dipendenti.
IN EMILIA SOLO PER DIPENDENTI
In Emilia, dove la struttura delle Asl è articolata meglio sul territorio, le aziende si concentreranno solo sulla vaccinazione dei dipendenti. Quindi, imprese come Barilla, Lamborghini, Technogym, per fare qualche nome, attende solo il via libera della Regione. Marchesini Group trasformerà la sua Academy in un centro vaccinale per 1.500 persone. Anche nel Nord Est molte aziende si stanno mobilitando. OVS mette a disposizione medico e ambulatorio aziendale per i dipendenti, ma ha intenzione di allestire a Mestre una struttura idonea anche per i familiari dei dipendenti e i cittadini. Discorso simile per Benetton, mentre l’holding Otb che fa capo a Renzo Rosso ha avviato una collaborazione, come evidenziato dal Corriere della Sera, con ULSS 7 Pedemontana per sistemare la sede vaccinale a Bassano Del Grappa (Vicenza) che ha un bacino di utenza di oltre 100mila persone. Inoltre, ha predisposto un piano per vaccinare i suoi 2mila dipendenti. Electrolux, che ha 4.600 dipendenti, sta allestendo aree dedicate. La Breton – spiega il Corriere della Sera – ha già allestito un centro vaccinale per i suoi 900 dipendenti circa.