Vaccini in azienda: è pronto il documento Inail che stabilisce le priorità per la distribuzione di dosi alle imprese, impostato a partire dall’analisi dei dati sugli infortuni sul lavoro legati al Covid che parlano di 550 morti fino a marzo 2021. Tra i settori che verranno privilegiati in questa prima fase industrie alimentari, fabbricazione di articoli in pelle, attività di raccolta e smaltimento di rifiuti, ma anche trasporto marittimo e aereo, servizi postali, ristorazione, operatori turistici, commercio al dettaglio (inclusi i supermercati), attività di produzione cinematografica. Come riportato dal Corriere della Sera, l’elenco fa parte del documento preparato da Inail insieme ai ministeri della Salute e del Lavoro e alla conferenza delle Regioni per stabilire l’ordine in base al quale la struttura commissariale coordinata dal generale Figliuolo distribuirà, a partire dal mese di giugno, le dosi destinate ai datori di lavoro per immunizzare il personale.



VACCINI IN AZIENDA: IL DOCUMENTO INAIL

Sono circa 6 milioni e 840mila i lavoratori ad avere precedenza assoluta, ma il dato positivo è che più di 4 milioni e 750mila di loro hanno già ricevuto, seguendo le fasce d’età, almeno una dose di vaccino. Delle categorie già immunizzate fanno parte forze dell’ordine e scuola, operatori sanitari. Rientrano nel secondo elenco, quello di priorità 2, attività a minor rischio di contatti ed aggregazione quali i lavori di costruzione specializzati e di edifici, ma anche coltivazioni agricole, che si svolgono prevalentemente all’aperto. Si tratta di quasi 6 milioni di persone, di cui 733mila già già vaccinate. In questo gruppo rientrano anche i centri di riferimento per culti religiosi quali parrocchie, oratori e monasteri. La classe coltivazioni agricole viene descritta come “settore eterogeneo di rischio con particolari criticità in aziende che impiegano lavoratori stagionali“, maggiormente esposte ai focolai. Alla terza classe appartengono oltre 5 milioni di lavoratori anche dell’industria automobilistica: le aziende dovranno privilegiare inizialmente i dipendenti che hanno contatti col pubblico o operano sul territorio rispetto a quelli in smart working. Oltre al criterio qualitativo è stato introdotto quello quantitativo, ovvero la capacità di più aziende di unirsi per la creazione di un punto vaccinale o delle più grandi di coinvolgere le più piccole così da velocizzare la campagna di vaccinazione. Emblematico il caso Burger King, che ha aperto le porte ai ristoratori della zona.

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