Il dibattito sulla distribuzione dei sieri contro il Covid-19 e sulla terza dose non si placano. “Vaccini in tutto il mondo o niente salvezza”, questa è l’opinione dell’Organizzazione mondiale della Sanità, che viene condivisa da diversi esperti. Tra questi anche Silvio Garattini, farmacologo e presidente dell’Istituto Guido Negri di Milano, il quale ne ha parlato in una intervista concessa a La Nazione.



Il mancato arrivo delle dosi del vaccino contro il Covid-19 nei paesi più poveri contribuisce alla nascita di nuove varianti. Il virus muta e si rafforza, al punto tale che la popolazione internazionale non riuscirà più a liberarsene. È per questa ragione che la somministrazione della terza dose ai soggetti che sono stati immunizzati otto mesi fa, al momento, non è prioritaria secondo un gruppo di esperti.



“Vaccini in tutto il mondo o niente salvezza”: il parere di Garattini

Dobbiamo somministrare i vaccini in tutto il mondo, altrimenti niente salvezza. A dirlo è Silvio Garattini, farmacologo di fama. “Se il virus continua a circolare si sviluppano nuove varianti, che in epoca di globalizzazione ci tornano indietro”. Il rischio, dunque, è quello di entrare in un circolo infinito, in cui il Covid-19 non potrà mai essere debellato. Inizialmente era stata valutata l’idea di produrre 8 miliardi di dosi del vaccino a livello mondiale, ma ciò non è accaduto ed i paesi più sfortunati sono rimasti senza. “Forse chi gestisce l’emergenza non si rende conto dell’importanza di questa operazione. Non è beneficienza, ma sano egoismo”.



D’altra parte l’efficacia di una terza dose, a fronte della diffusione di nuove varianti, non può essere ancora appurata. “Il Covid-19 è un virus diverso dagli altri, non sappiamo come si comporta a fronte della vaccinazione”, ricorda il presidente dell’Istituto Guido Negri di Milano Al momento a spingere per tale mossa sono più che altro le case farmaceutiche, che inevitabilmente sono interessate a vendere i propri prodotti. “Peraltro – ha sottolineato Silvio Garattini  il prezzo delle dosi recentemente è aumentato di 5 euro”. In Europa, ad ogni modo, per procedere in tale direzione bisognerà attendere che si pronuncino gli enti preposti, in primis l’Ema. A differenza di quanto accaduto ad esempio in Israele, dove le somministrazioni sono state già avviate. Il Paese servirà in tal senso come fonte di dati importanti.