Sono piovute, come del resto era prevedibile, svariate richieste di indennizzi o di risarcimento alle Ats della regione Lombardia e alle aziende ospedaliere, dopo la somministrazione dei vaccini anti covid. Non stiamo parlando di casi rarissimi di trombosi, ma di chi ha avuto giramenti di testa, febbre alta per due giorni e altri malori tutt’altro che insopportabili dopo la punturina. Come si legge sul quotidiano Libero, il Pirellone, e precisamente la Direzione generale Welfare e Prevenzione, ha inviato una lettera all’Ats regionale chiedendo come comportarsi di fronte a tali richieste: «Volevamo evitare che gli enti coinvolti, aziende sanitarie o anche singoli ospedali cui fanno capo gli hub vaccinali, si muovessero in ordine sparso – spiega un funzionario dell’agenzia di tutela della salute lombarda – magari anche creando precedenti per la giurisprudenza».
Al momento si tratta di pochi casi, circa una trentina (ma in aumento), e la regione Lombardia non intende assolutamente pagare, anche perchè le richieste sono «sostanzialmente tutte identiche», come se dietro tale azione vi fosse quasi una sorta di regia comune. «Purtroppo – commentano sempre da Ats – ormai da anni ci sono soggetti che hanno fatto di questo tipo di iniziative una fonte di business e il Covid non poteva che solleticarne i palati», e la situazione non riguarderebbe solamente la regione lombarda, ma molte altre «aziende sanitarie di tutto il territorio nazionale».
VACCINI LOMBARDIA, RISARCIMENTO E INDENNIZZO: “SE DOVESSE DIVENTARE OBBLIGATORIO…”
Durante la somministrazione del vaccino, a meno che vi sia stata una negligenza evidente come può essere l’inoculazione di più dosi, o lo spezzare un ago, è praticamente impossibile arrivare ad un risarcimento, e quella dell’indennizzo, ricorda ancora Libero, è una strada “ancora più impervia”, in quanto questo caso si applica qualora una terapia o un intervento corretto abbia recato gravi conseguenze ad un paziente.
“Il punto è che il vaccino anti-Covid non è obbligatorio – ricorda il giornale milanese a riguargo – e eventuali effetti conseguenti alla sua somministrazione non possono portare a un indennizzo da parte dello Stato”. Un altro rischio che potrebbe quindi palesarsi dietro un’eventuale obbligatorietà…