Il vaccino anti Covid di Moderna prodotto anche in Italia. Il Governo sta stringendo per il siero con tecnologia a mRna prodotto dalla casa farmaceutica americana. Stando a quanto riportato dal Sole 24 Ore, che cita fonti del ministero dello Sviluppo economico, “il negoziato è a buon punto”. Quindi, l’accordo potrebbe essere già chiuso a settembre. Questo vorrebbe dire che i primi vaccini prodotti in Italia vedrebbero la luce l’anno prossimo. Per ora Moderna non commenta, ma la strada che ha intrapreso l’Italia sarebbe quella seguita dal Canada, che il 10 agosto ha siglato un memorandum di intesa per la costruzione di una fabbrica per la produzione dei vaccini. Nel nostro caso, in pole position c’è la Catalent di Anagni, che dovrebbe mettere a disposizione i suoi stabilimenti.
Quel che non è chiaro è se l’investimento preveda la creazione di un’attività produttiva ex novo o se invece si punterà sulla riconversione degli stabilimenti che sono già operativi. Decisivi saranno anche gli incentivi licenziati dal Mise nel decreto Sostegni bis: si va dal credito di imposta sulla ricerca di farmaci e vaccini del 20%, per un tetto massimo di 20 milioni all’anno, passando per gli incentivi che dovrà gestire la Fondazione Enea Tech e Biomedical.
MODERNA, PRODUZIONE VACCINI IN ITALIA? ACCORDO VICINO
C’è una ristretta lista di aziende che sono già operative che potrebbe partecipare a questa produzione made in Italy dei vaccini. Come detto, quella che però sembra indirizzata a firmare un accordo con Moderna, e quindi anche col Governo italiano, è la Catalent Pharma Solutions, che ha la sede principale a Somerset, nel New Jersey, mentre in Italia ad Anagni, in provincia di Frosinone. A fine luglio aveva annunciato l’espansione del suo stabilimento con un investimento da 100 milioni di euro, prevedendo l’installazione di due bioreattori, che è la tecnologia di base per la realizzazione dei vaccini. Attualmente si occupa di infialare le dosi dei vaccini di AstraZeneca, con una capacità di 24mila flaconi l’ora. Il Governo. Che sta lavorando a questo accordo tra Moderna e Catalent, potrebbe trovare un modo per coprire i costi fissi per l’eventuale produzione dell’anno prossimo. Ma nei mesi scorsi si è parlato anche di Thermo Fisher, a Monza, dove avviene l’infialatura di Pfizer e che ha un accordo con Moderna per Greenville, nel North Carolina. Ma secondo il Sole 24 Ore, non ci sarà un accordo più ampio per l’Italia.