I vaccini a mRNA di Pfizer e Moderna inducono una risposta immunitaria molto forte, a conferma della loro efficacia. Ma i ricercatori dell’Università della California hanno approfondito la questione per capire meglio le differenze tra gli anticorpi generati da questo tipo di vaccini e quelli dalla malattia. I risultati di questo studio sono stati pubblicati sul server pre-print bioRxiv, quindi non sono stati ancora pubblicati su una rivista scientifica, ma sono già interessanti da valutare. Gli autori hanno usato i dati degli studi di sieroprevalenza in corso a Orange County, in California. La prima indagine è stata condotta nel luglio dell’anno scorso, l’altra invece nel dicembre 2020. Ma sono stati anche analizzati i campioni delle indagini dell’Irvine Medical Center dell’University of California a maggio-dicembre 2020 e confrontati con i campioni degli individui vaccinati che sono stati raccolti da gennaio a marzo 2021.
La prima importante differenza tra gli anticorpi riguarda la proteina nucleocapside, che non è stata usata per il vaccino, quindi non ci sono tra i vaccinati anticorpi contro questa proteina, che invece si vedono tra i soggetti che hanno avuto un’infezione naturale. Questo vuol dire che questa proteina potrebbe rappresentare un biomarcatore: se presente, vuol dire che gli anticorpi sono da infezione, non da vaccinazione.
PERCHÉ BISOGNA VACCINARE ANCHE I CONTAGIATI
La ricerca ha evidenziato, inoltre, che i vaccini a mRNA, come quelli di Pfizer e Moderna, generano più anticorpi contro il dominio di legame al recettore della proteina spike (RBD) rispetto agli anticorpi visti tra i soggetti che hanno contratto il coronavirus. Per i ricercatori questo è un ulteriore motivo per spingere gli Stati ad accelerare sulla campagna vaccinale, perché proprio il fatto che gli anticorpi contro RBD (porzione della proteina spike che si lega al recettore dell’enzima di conversione dell’angiotensina 2 sulle cellule ospiti) siano deboli può favorire il meccanismo che porta allo sviluppo di nuove varianti del coronavirus. Quindi, la copertura vaccinale impedisce la nascita di nuovi varianti Covid e può rendere il virus endemico, quindi come l’influenza. Ma soprattutto per i ricercatori il fatto che i vaccini a mRNA inducano una forte risposta anticorpale contro RBD vuol dire che sono efficaci contro le varianti Covid.
Lo studio evidenzia anche che i soggetti contagiati se sottoposti a vaccinazione hanno una risposta anticorpale robusta. Per questo, dunque, sarà importante vaccinare anche loro, non solo per evitare l’insorgenza di nuove varianti Covid. Il fatto che la risposta anticorpale dei contagiati sia più bassa dei vaccinati suggerisce, infine, che l’immunità acquisita sia meno forte e che quindi sia importante vaccinare anche loro.