Gli effetti avversi dei vaccini ad mRNA

Sempre più esperti, a livello mondiale, si stanno interrogando sugli effettivi danni avversi dei vaccini sviluppati con la tecnologia ad mRNA. Seppur, infatti, in un primo momento fossero parsi come delle vere e proprie rivoluzioni, in grado di farci uscire (più o meno) rapidamente dalla terribile pandemia da covid, ora dati alla mano sembra che la situazione sia leggermente più critica del previsto.



I primi vaccini ad mRNA nell’ambito del covid, infatti, sono stati approvati, com’è noto, grazie al meccanismo emergenziale dell’approvazione dei farmaci, senza troppe domande sui concreti effetti avversi. Degli studi sono, ovviamente, stati compiuti, ma non c’era il tempo per approfondirli, raccogliendo su larga scala dei dati preliminari come normalmente si richiede per l’approvazione di un vaccino. Inizialmente anche il dottor Aseem Malhotra, cardiologo britannico particolarmente famoso, credeva fermamente nell’efficacia dei vaccini ad mRNA, tanto da essere tra i primi a sottoporsi alla vaccinazione quando fu il momento. Tuttavia, nel momento in cui suo padre morì per un “inspiegabile arresto cardiaco”, spiegò a Good Morning Britain, citato da Spectator, iniziò a farsi qualche domanda, trovando una grande opposizione nel mondo scientifico.



I dubbi sui vaccini ad mRNA del dottor Malhotra

La storia del dottor Malhotra, raccontata da Spectator, insomma, non inizia certamente nel migliore dei modi e, incredibilmente, peggiora ulteriormente. Addentratosi nel mondo delle ricerche sui vaccini ad mRNA scoprì alcuni studi che parlavano degli effetti avversi, informando l’emittente GB news, che però ignorò completamente la questione.

Quando iniziò a parlare degli effetti avversi dei vaccini ad mRNA alcuni medici presentarono una serie di reclami anonimi contro il dottor Malhotra. Ma ora ci tiene a dire la verità: “Quando ho analizzato i dati, è diventato molto chiaro che i danni del vaccino a mRNA superano di gran lunga i benefici“. I rischi, spiega, “di eventi avversi gravi sono almeno 1 su 800 entro due mesi” ma crescerebbe man mano che passa il tempo dalla vaccinazione, perché “accelera le malattie coronariche“. Altri vaccini, spiega, sono stati ritirati per effetti gravi molto meno frequenti, come nel caso dell’influenza suina (1 su 100mila), o del rotavirus (1 su 10mila), perché non l’hanno tirato?”, si chiede in chiusura, “alcuni dicono: ‘Era un’autorizzazione all’uso di emergenza’. Beh, non è più un’emergenza”.