Come è noto sul web, specie in epoca Covid-19, di teorie, dati e presunte “risposte facili” se ne trovano ogni giorno: quanto avanzato però dal microbiologo e biotecnico industriale Gabor Erdosi presenta elementi già discussi negli scorsi mesi e che meritano un approfondimento e un confronto con quanto finora emerso dalla scienza ufficiale.
Lo studioso ha presentato un ultimo studio (pubblicazione 13 dicembre, ndr) in cui presenta due principali preoccupazioni circa altrettanti potenziali effetti collaterali a lungo termine dopo doppia dose del vaccino anti-Covid con metodo mRna (ovvero Pfizer e Moderna). In primo luogo, l’insorgenza di malattie autoimmuni; in secondo luogo, «tumori, in particolare i tipi di tessuti molli». La stoccata di Ertosi, con immediato seguito di diversi “complottisti” su Twitter, è presto che lanciata: «Sembra che la gestione delle opportunità di business anticipi sviluppi simili?», e poi ancora, «Se non accetti che prendere il raffreddore sia normale, che si tratti o meno di un’infezione rivoluzionaria, preparati per l’attivazione autoimmune ad alto rischio da ogni dose extra di vaccinazione con un antigene obsoleto. Aumentare in modo sproporzionato gli anticorpi non vincolanti è semplicemente stupido».
I raised concerns about two kinds of potential longer term side effects of repeated mRNA vaccination:
1. Autoimmune disease
2. Cancers, especially soft tissue types.
It seems that business opportunity management anticipates similar developments? ?? https://t.co/sovQITU4AW pic.twitter.com/TztD7ndakl— Gabor Erdosi ???? (@gerdosi) December 13, 2021
LE ‘RISPOSTE’ DI ISS E SAN RAFFAELE
Il portale dell’Istituto Superiore di Sanità, nella sezione “fake news”, mesi fa rispondeva così alle affermazioni del tipo «I vaccini fanno venire le malattie autoimmuni perché indeboliscono il sistema immunitario». In che modo? Basandosi su studi condotti da EMA, OMS e AIFA, l’Istituto rispondeva «La capacità di rispondere agli antigeni si sviluppa prima ancora della nascita e il sistema immunitario di un neonato è perfettamente capace di rispondere ogni giorno a migliaia di antigeni, molti di più di quelli contenuti nei vaccini». Con studi più recenti e aggiornati, il San Raffaele di Milano attraverso il virologo Roberto Burioni ha “risposto” in merito ai dubbi sollevati, legittimamente, da alcuni scienziati circa potenziali effetti a lungo termine dopo ciclo completo di vaccinazione con i sieri Pfizer e Moderna, che sfruttano la tecnologia a mRna. «Dobbiamo innanzitutto partire dall’evidenza storica, che è incontrovertibile: i vaccini sono i più sicuri tra tutti i tipi di farmaci. Questo è vero anche per gli effetti avversi che compaiono entro poche ore, giorni o settimane dalla somministrazione, ma è ancora più impressionante quando guardiamo gli effetti a lungo termine – spiega il prof. Burioni -. Non esistono, infatti, casi di vaccini che abbiano avuto effetti indesiderati comparsi più tardi di 8 settimane dopo la somministrazione. Anzi, in genere si manifestano, pur nella loro rarità, entro poche ore o giorni». Non solo, conclude il portale del San Raffaele nella informativa sul Covid-19, «i vaccini a mRNA sfruttano una tecnologia che è il risultato di decenni di ricerca e il cui obiettivo iniziale era la lotta ai tumori: stimolare il sistema immunitario a riconoscere meglio le cellule tumorali. Non solo, ma la tecnologia era abbastanza avanzata al momento dello scoppio della pandemia Covid-19 da essere già entrata in fase di sperimentazione clinica per alcuni tipi di cancro, mostrando un profilo di sicurezza altissimo».