Oltre a Moderna, anche Pfizer lavora ad una terza dose del vaccino anti Covid. «Sulla durata della vaccinazione siamo in fase di studio, ma i primi risultati dimostrano che garantisce una immunità importante per sei mesi. Stiamo facendo uno studio su una terza dose, che servirà o da ‘booster’ per incrementare la protezione o per le varianti», conferma Valentina Marino, direttore sanitario di Pfizer Italia. A proposito delle varianti, ha confermato: «Se le varianti dovessero impattare in maniera importante la proteina Spike, i vaccini si dovranno adattare, ma con la piattaforma a mRNA è più semplice. Si può fare in corsa, cambiando le particelle di mRNA, ma bisognerà ricevere l’autorizzazione regolatoria».
Ma Valentina Marino ha anticipato che Pfizer sta lavorando ad altre formulazioni: «Pfizer ha già dimostrato che possiamo arrivare ad un vaccino da conservare a -15°, quindi in un frigorifero normale, ma stiamo lavorando ad una formulazione più stabile per una temperatura intorno ai 7-8° e ad una monodose». (agg. di Silvana Palazzo)
MODERNA E PFIZER, TERZA DOSE ENTRO 12 MESI
Tre dosi in un anno per proteggersi dal Covid: dopo Pfizer, anche Moderna apre alla terza dose. L’immunità fornita dal suo vaccino, infatti, può durare 7-8 mesi circa, in modo simile a quanto avviene con quello per l’influenza, quindi si rende necessaria una terza dose entro 12 mesi. Lo spiega la stessa azienda presentando i dati raccolti finora al Vaccine Day e in uno studio dell’Università del Nuovo Galles che è stato pubblicato su medrXiv, sito dove vengono caricate le ricerche scientifiche non ancora validate dalla comunità scientifica. Dunque, secondo i modelli di Moderna, l’immunoprotezione può indebolirsi man mancano che cala il livello degli anticorpi neutralizzanti, mentre la protezione dalla forma grave dell’infezione potrebbe durare più a lungo. In modo simile a quanto accade col vaccino antinfluenzale, l’efficacia della protezione calerebbe del 7% al mese.
Per questo l’azienda Usa sta puntando su un richiamo valido anche per offrire una buona copertura contro la variante sudafricana, ma soprattutto su un vaccino multivalente che combini il vaccino in uso con il richiamo per la variante sudafricana. È stata registrata una riduzione di 6 volte nei livelli degli anticorpi neutralizzanti contro la variante sudafricana.
MODERNA E PFIZER VERSO LA TERZA DOSE
Secondo le previsioni di Stephane Bancel, amministratore delegato di Moderna, ci sarà un bisogno significativo del loro vaccino a mRNA anche per l’anno prossimo e nel 2023. Al momento il vaccino multivalente e quello solo sulla variante sudafricana sono alla Fase II della sperimentazione. Ma l’azienda sta lavorando anche ad un mix di richiami a singola dose e ad una serie di vaccinazioni a due dosi per adulti e bambini ma forse con un dosaggio più basso. Alla terza dose aveva già aperto Pfizer, ora arriva la conferma da parte della BioNTech, il cui fondatore, Ugur Sahin, prevede la necessità di una terza dose dopo 9 mesi dalla seconda somministrazione, al massimo dopo 12 mesi. «Mi aspetto che probabilmente sarà necessario ottenere un altro richiamo ogni anno, o forse di nuovo ogni 18 mesi», ha detto in un incontro video con la stampa estera in Germania. Inoltre, ha confermato l’efficacia contro le varianti Covid, anche quella indiana. «Abbiamo studiato 30 varianti e abbiamo visto che in tutte queste varanti il nostro vaccino funziona bene». Infine, ha dichiarato che la casa farmaceutica è in dirittura d’arrivo per la richiesta l’autorizzazione all’EMA alla somministrazione alla fascia d’età dai 12 ai 15 anni già a partire da giugno.