Sulle colonne de “Il Fatto Quotidiano” in edicola sabato 11 giugno 2022, Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe ha fotografato l’attuale situazione pandemica nel mondo, dove le nuove sub-varianti non sembrano determinare una maggior gravità della malattia. A tal proposito, il professore ha sottolineato: “Eviterei allarmismi ingiustificati. Fondamentale, invece, la responsabilità individuale nel limitare la circolazione virale, perché i ricoveri ospedalieri potrebbero aumentare se il numero di casi dovesse crescere in maniera rilevante”.



Vaccinarsi contro il virus SARS-CoV-2 con i prodotti attualmente disponibili ha ancora senso, secondo Cartabellotta, perché “nonostante siano tarati sul ceppo di Wuhan, sono in grado di indurre un’elevata risposta immunitaria e, soprattutto, un’eccellente protezione nei confronti della malattia grave. Ragion per cui, è fondamentale aumentare la copertura degli over 50 e completare il ciclo con la terza dose (oltre 8 milioni di persone non l’hanno fatto). Ma, soprattutto, bisogna somministrare al più presto la quarta dose nelle persone vulnerabili”.



NINO CARTABELLOTTA: “VACCINO CONTRO OMICRON? L’INDUSTRIA POTREBBE NON AVERE LE MOTIVAZIONI PER INVESTIRE IN QUESTA DIREZIONE”

Sempre su “Il Fatto Quotidiano”, Nino Cartabellotta ha di fatto escluso la possibilità che si arrivi presto a un vaccino contro Omicron: “La ricerca continua a lavorare, ma i tempi per produrre evidenze sull’efficacia dei vaccini aggiornati nei confronti della malattia grave rischiano di essere troppo lunghi rispetto a nuove emergenze. L’industria potrebbe non avere le motivazioni per investire in questa direzione. Diverso è il caso del vaccino pan-varianti, in grado di proteggere da tutte le attuali e future, ma gli studi sono ancora in una fase preliminare e, di conseguenza, i tempi per avere certezze lunghi e non prevedibili”.



E in autunno che cosa accadrà con la pandemia di Covid-19? Lo scenario più realistico, ha affermato Nino Cartabellotta, è quello di “nuove ondate stagionali, la cui altezza è impossibile da prevedere. Quello che è certo è che ogni eventuale scenario futuro è strettamente condizionato dal grado di preparazione dei sistemi sanitari, dai quali non sono più accettabili politiche attendiste. In generale, gli scenari futuri sono legati a tre variabili. Innanzitutto, l’emergere di nuove varianti più contagiose, più gravi o in grado di evadere la risposta immunitaria; in secondo luogo, la durata della copertura vaccinale nei confronti della malattia grave, condizionata anche dall’arrivo dei nuovi vaccini adattati alle varianti; infine, la copertura globale delle vaccinazioni, ancora inferiore a quanto auspicato”.