L’AMMISSIONE CHOC DI PFIZER: “NESSUN TEST VACCINI SU STOP A CONTAGI”
A tre anni dalle prime avvisaglie in Cina di quella che si sarebbe poi diffusa come la peggiore pandemia globale della storia recente, una spiazzante ammissione sui vaccini anti-Covid viene fatta da una responsabile diretta di Pfizer, la “big-pharma” che prima di tutte ha saputo tramutare gli studi sul vaccino in un siero utilizzabile su scala mondiale. Interpellata dall’eurodeputato di ECR (conservatori di Giorgia Meloni) Rob Ross, la responsabile per i mercati internazionali di Pfizer, Janine Small, ammette che sul vaccino anti-Covid non sono mai stati condotti test anti-contagio.
In audizione Covid presso il Parlamento Europeo, la direttrice Pfizer ha ammesso il loro vaccino non è mai stato testato sulla prevenzione della trasmissione. «Il vaccino anti Covid Pfizer non è stato testato per prevenire l’infezione», spiega Small, aggiungendo che «nessuno ce lo ha chiesto» e in ogni caso «non c’era tempo per condurre tali test». L’audizione dello scorso 10 ottobre rappresenta un punto “pesante” per la narrazione della pandemia e del contrasto ad essa con i vaccini su larga scala. Small è stata interrogata dopo che Albert Bourla, presidente e amministratore delegato di Pfizer, si era rifiutato di comparire alla commissione d’inchiesta Ue per indagare sulla trattativa “riservata” per i vaccini anti-Covid nei mesi caldissimi dell’emergenza coronavirus.
VACCINI PFIZER & CONTAGIO COVID: SCATTA LA POLEMICA
Il tema non riguarda l’inefficacia dei vaccini Pfizer o degli altri emessi in questi tre anni: come rivelato ancora ultimamente dall’Istituto Superiore di Sanità, vaccinarsi contro il Covid non rende immuni dal contagio (come evidenziano i tantissimi contagi avvenuti dal 2021 fino ad oggi nonostante le varie dosi booser ricevute dalla popolazione mondiale) se non del 10% dal rischio di contrarre l’infezione, bensì riduce e di molto decessi e l’esplodere della malattia grave. Resta però il silenzio operato da Pfizer e dagli altri “big Pharma” in merito ai mancati test sullo schermo dal semplice contagio. «Il vaccino Pfizer è stato testato per fermare la trasmissione del virus prima che fosse immesso sul mercato», aveva chiesto Ross in audizione, trovando queste risposte di Small «No, noi dovevamo muoverci alla velocità della scienza. Prima di essere immessi sul mercato, i vaccini non sono mai stati testati sulla loro capacità di limitare la trasmissibilità del virus».
«“Vaccinarsi per gli altri” è sempre stata una bugia», attacca Rob Ross davanti alle risposte quasi imbarazzate della responsabile di Pfizer. «L’unico scopo del passaporto COVID: costringere le persone a vaccinarsi. Il mondo ha bisogno di sapere», scrive sui social lo stesso eurodeputato ECR diffondendo il video dell’intervento di Janine Small. Durissima anche l’europarlamentare ex Lega, Francesca Donato «Il collega e amico Rob Roos è finalmente riuscito a strappare alla rappresentante di Pfizer l’ammissione attesa: il “vaccino” non è mai stato testato sulla prevenzione del contagio. “Scelta di responsabilità; proteggi i nonni” ecc. erano pure BALLE fondate su un inganno». Per il professor Roy de Vita, Primario della Divisione di Chirurgia Plastica dell’Istituto dei Tumori di Roma Regina Elena, le risposte date da Janine Small vengono considerate “scandalose” per quanto sempre spiegato fino ad oggi dai più acerrimi difensori dei vaccini anti-Covid: «Sono sempre rimasto colpito – prosegue de Vita in una nota– da tutti gli invasati che in tv lanciavano improperi contro chi non era vaccinato perché minava la sicurezza degli altri. Ma perché questa acredine così violenta. Se il vaccino è così efficiente, cosa mi importa se qualcuno per sua scelta ha deciso di non vaccinarsi? Il problema rimane di quella persona». Per il professore e chirurgo, è spiacevole scoprire ora che anche con quattro dosi chi si vaccina può infettarsi, ed anche molto facilmente: «E fa sorridere chi dice ‘si ma col vaccino ho evitato la forma grave della malattia’, un’affermazione basata su verità scientifiche che non esistono. Era ragionevole avere dei dubbi, come non era ragionevole avere delle certezze granitiche. Abbiamo fatto vaccinare i nostri giovani per tutelare i nonni, esponendoli invece a rischi inutili. Resta il fatto che hanno inventato il Green Pass sulla base di un mito inesistente e alimentato un odio sociale che non so quando si placherà», conclude il suo attacco Roy de Vita.