Il Covid non rappresenta più un’emergenza, tanto che si registra un flop della campagna vaccinale per i richiami. Eppure, non si placano teorie e polemiche. L’ultima è quella che riguarda la presenza di sequenze di Dna del Simian virus 40 (SV40) all’interno dei vaccini a mRna di Pfizer, su cui The Epoch Times, sito accusato di diffondere bufale e fake news, torna alla carica, sostenendo che l’Agenzia europea per i medicinali (Ema) avrebbe confermato che il colosso farmaceutico americano avrebbe nascosto la presenza di questa sostanza nel vaccino anti Covid. L’articolo in questione, rilanciato sui social oltre che dalla Verità, non spiega che il promotore SV40 non è il virus SV40. Si tratta di sequenze di Dna che stimolano l’espressione genica e sono stati a lungo usati in biologia molecolare.
Quindi, il promotore SV40 è semplicemente una sequenza di Dna derivata dal virus SV40 (Simian Virus 40), non è la stessa cosa del virus SV40, proprio come la tossina botulinica è un trattamento derivato dal batterio Clostridium botulinum, l’esempio fatto da Techarp. Infatti, la presenza della tossina botulinica in una fiala di Botox non significa che ci siano batteri all’interno. Allo stesso modo, il ritrovamento del promotore SV40 nei vaccini Pfizer non significa che contengano il virus SV40. Infatti, nei mesi scorsi Alessandro Faia, portavoce dell’Ema, aveva dichiarato: «Non ci sono prove che indichino la presenza di SV40, un virus che si trova nei reni delle scimmie e che può potenzialmente causare il cancro negli esseri umani, nella formulazione del vaccino COVID-19».
VACCINI PFIZER, LE RISPOSTE DI HEALTH CANADA ED EMA
Va anche precisato che Health Canada ed Ema hanno fatto notare a The Epoch Times che Pfizer ha presentato l’intera sequenza del DNA del plasmide, come parte del processo di approvazione, ma non ha evidenziato la sequenza del promotore SV40 perché era una parte non funzionale del plasmide. Non è chiaro, dunque, se il sito abbia semplicemente dimenticato di evidenziare questo aspetto o se non lo abbia fatto insinuando che la sequenza del promotore SV40 fosse in qualche modo nascosta alle autorità di regolamentazione. “La sequenza non è direttamente rilevante per la produzione del plasmide in E. coli o per il processo di produzione dell’mRNA, pertanto è considerata una parte non funzionale della struttura del plasmide di partenza“, chiarisce l’Ema, a cui poi Pfizer ha chiarito l’informazione in risposta alle domande sollevate. Peraltro, Health Canada ha scritto una spiegazione dettagliata del motivo per il quale i frammenti di Dna sono attesi nella produzione di vaccini a base di mRNA e perché la quantità nei vaccini non è un problema.
I plasmidi sono un materiale di partenza essenziale per la produzione di vaccini a mRNA. Durante il processo a valle della produzione, il Dna plasmidico viene scomposto e rimosso, in linea con le raccomandazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms). Anche l’Ema concorda, affermando che il plasmide viene scomposto e rimosso durante il processo di produzione: “Vorremmo anche sottolineare che durante il processo di produzione, questa sequenza e altre sequenze di Dna plasmidico vengono scomposte e rimosse. I frammenti della sequenza SV40 possono essere presenti solo come impurità residue a livelli molto bassi che vengono controllati di routine“. È bene precisare anche che il Dna residuo non si integra nel nostro genoma. Inoltre, i vaccini vengono iniettati nel muscolo, le cui cellule sono “post-mitotiche”, questo vuol dire che non sono più in grado di cambiare.