Secondo quanto dichiarato da un alto funzionario della Gavi Alliance (un organo cooperativo mondiale che mira ad immunizare tutta la popolazione dalle possibili malattie gravi), citato da Reuters e dallo Jerusalem Post, potrebbe presto arrivare un nuovo piano per la distribuzione dei vaccini. Al progetto, coordinato da Gavi, partecipano anche l’Organizzazione mondiale della sanità e la Coalizione per le innovazioni nella preparazione alle epidemie (la Cepi, dall’inglese Coalition for Epidemic Preparedness Innovations), che totalmente avrebbero messo in campo quasi 1,9 miliardi di dollari per la prevenzione dalle possibili, future, epidemie. Non si tratterebbe, insomma, di un piano per la distribuzione dei vaccini covid, ma piuttosto di un piano distributivo di preparati innovativi e non ancora completamente testati ed approvati.
Vaccini preventivi: cos’è il piano proposto da Gavi
Insomma, la nuova alleanza tra i tre organi sanitari mondiali mirerebbe a rendere più semplice e rapida la distribuzione di vaccini innovativi in caso di future pandemie, specialmente se di malattie rare, per le quali non sono ancora previsti (o approvati) preparati medici. Inizialmente, infatti, l’investimento messo in campo mirerà esclusivamente a prevedere e contenere le possibili contaminazioni del virus ebola e di quello chiamato Marburg (nota in passato anche “febbre emorragica”).
Per entrambe le infezioni non esistono ancora vaccini approvati dagli organi di controllo mondiali (tra Ema, Aifa ed Fda), ma esistono dei trattamenti ancora sperimentali, che data la rarità dei due virus sono difficili da testare sul campo. Gli ultimi focolai delle due malattie si sono registrati tra l’Uganda, la Guinea Equatoriale e la Tanzania, ed i rispettivi governi hanno reagito con restrizioni pubbliche, avviando però una collaborazione mondiale per la sperimentazione delle preparazioni non ancora approvate. L’idea, tirando le somme, sarebbe quella di avviare una sorta di “fondo comune” che contenga alcuni tra i vaccini innovativi, che sarebbero dunque pronti alla consegna in caso di focolai, prevenendo l’espansione dei vari virus e permettendo di sperimentarli, similmente a quanto accaduto in occasione della pandemia da Covid.