Un procuratore ordina la confisca di un lotto di vaccini Covid sospetto, ma Roberto Speranza e Nicola Magrini insistono per evitare il ritiro delle dosi, nonostante la morte di tre militari dopo la somministrazione del siero. È questo in sintesi il nuovo scoop di Fuori dal coro. Bisogna riavvolgere il nastro fino al marzo 2021, quando l’allora direttore generale dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) firma un documento, pubblicato in esclusiva dal programma condotto a Mario Giordano, rivolto al procuratore di Siracusa dopo la morte di Stefano Paternò ed un colloquio con l’allora ministro della Salute. «Le chiederei dopo un colloquio avuto con il ministro (in copia) di valutare se sospendere temporaneamente la sua richiesta di sequestro cautelativo su tutto il territorio nazionale», si legge nel documento. Magrini spiega anche le ragioni della sua richiesta: «Si chiede se nelle prossime ore sia possibile valutare le modalità più adeguate per acquisire ulteriori informazioni al fine di definirne meglio il nesso di causalità».
In realtà, per determinare il nesso di casualità ci vuole molto tempo, non bastano poche ore. Ciò è evidenziato, infatti, dallo stesso procuratore nella sua risposta: «Le analisi sui campioni estratti dalle dosi del lotto potrebbero impiegare settimane per fornire i risultati». Per questo motivo il procuratore insiste per il sequestro, chiarendone il motivo: «Non posso non rimarcare la necessità di operare in via precauzionale ed evitare che, qualora poi effettivamente dovesse scoprirsi che c’è un difetto in questo lotto, possano continuare ad essere somministrate dosi e causare altri decessi o gravi danni alla salute». Il procuratore è convinto della necessità del sequestro anche perché «ci sono stati altri due decessi di persone, peraltro di giovane età ed appartenenti alle forze dell’ordine e quindi sottoposti a periodiche verifiche circa il buono stato di salute, in seguito alla somministrazione del vaccino appartenente al lotto». Inoltre, parla anche di «un tasso di mortalità quantomeno anomalo».
AIFA, QUEL DATO GENERICO SUI DECESSI DOPO VACCINI COVID…
L’allora direttore generale dell’Aifa e il ministro della Salute ignorano però le preoccupazioni del procuratore di Siracusa. Non è neppure il primo caso. Stando a quanto rivelato da Fuori dal coro, l’altro episodio risale al 21 marzo 2022, quando la procura di Napoli chiede quanti sono i morti accertati dopo il vaccino in relazione ad un’indagine. Nella richiesta trasmessa all’Aifa scrive: «Si chiede di voler fornire i dati accertati in merito ai casi di morte avvenuti a seguito della somministrazione di vaccino anti covid 19 (tutti i tipi di vaccino)». L’Aifa però è titubante, non sa se comunicare il dato generico delle segnalazioni di decessi dopo il vaccino Covid, quindi il dato non verificato, o quello specifico dei morti già ritenuti “correlabili”. La procura chiede i «dati accertati», ma l’Aifa fornisce il numero generico, mai verificato. «Sul fatto che possano chiedere i correlabili ho glissato», scrive un dirigente. Il motivo è contenuto nello stesso documento interno, infatti sui morti post vaccino è scritto: «Non tutti sono valutati, ci sono molti indeterminati che andrebbero rivalutati e sarebbero forse correlabili oggi…». Come evidenziato anche da La Verità, dunque l’Aifa preferisce non comunicare il dato preciso perché sottostimato e andrebbe aggiornato. Peraltro, dal giugno 2022 il numero di morti dopo il vaccino è aumentato, mentre quelli dei correlabili è rimasto sempre lo stesso, 29. Quindi, non ci sarebbe stata alcuna rivalutazione dei casi, nonostante sia stata auspicata dall’Aifa stessa. Fuori dal coro ha mostrato anche una tabella sulle segnalazioni delle reazioni avverse del 2021 chiesta il 15 giugno 2022 da un dirigente dell’Aifa: si scopre così che le segnalazioni superano quelle di tutti i farmaci somministrati in Italia. Infatti, fino al 2019 quelle dei farmaci erano il 90% del totale delle segnalazioni contro il 10% dei vaccini, invece nel 2021 l’83% riguarda i vaccini, il 17% i farmaci.