Arrivano conferme sulle indiscrezioni circolate nelle ultime ore sul piano vaccini Ue. Come evidenziato dai colleghi de La Stampa, Bruxelles sembrerebbe intenzionata a non rinnovare i contratti con Astrazeneca e Johnson & Johnson, puntando sui farmaci a rMna. Una indicazione rilanciata anche da Ursula von der Leyen, presidente della Commissione Ue…
Pochi minuti fa l’ex ministro della Difesa di Berlino ha spiegato ai microfoni dei cronisti che sarà necessario sviluppare vaccini anti-Covid adatti alle nuove varianti e per questo motivo «dobbiamo focalizzarci sulle tecnologie che hanno dimostrato il loro valore: i vaccini a Rna messaggero». Addio ai farmaci a vettore virale come Astrazeneca e Johnson & Johnson? La conferma non è ancora arrivata, ma fa riflettere anche il ringraziamento della von der Leyen rivolto a Pfizer/BioNTech: «Si è dimostrato un partner affidabile, ha consegnato secondo gli impegni e ha risposto ai nostri bisogni». (Aggiornamento di MB)
VACCINI ASTRAZENECA-JOHNSON & JOHNSON: STOP DAL 2022
Quello che sembrava solo fino a qualche giorno fa come mero “rumors” da Bruxelles, ora sembra sempre più realtà: dal 2022 i vaccini AstraZeneca e Johnson & Johnson non saranno rinnovati nei contratti comunitari gestiti dall’Unione Europea. Dopo i (pochissimi) casi di rara trombosi con “potenziale” (ma finora non dimostrato appieno) legame alla vaccinazione di AZ e Jansen, la decisione dei Governi Ue vedrebbe un’esclusione dei vaccini “a vecchia tecnologia” in favore di più dosi Moderna e Pfizer: «Secondo quanto è venuta a conoscenza La Stampa da una fonte del ministero della Salute, la Commissione europea, d’accordo con i leader di molti Paesi, avrebbe deciso che alla scadenza dei contratti validi per l’anno in corso non saranno rinnovati quelli con le aziende che producono vaccini di questa tipologia», sottolinea l’editoriale de “La Stampa” a firma Ilario Lombardo e Paolo Russo.
Si vuole puntare sui sieri a Rna messaggero, ovvero quelli che trasportano le istruzioni per la produzione della proteina Spike utilizzata dal Covid-19, dando all’organismo la “funzione” di produrre anticorpi specifici atti all’immunizzazione. La parziale conferma arriva direttamente dalle parole pronunciate questa mattina dalla Presidente della Commissione Ursula Von der Leyen: «Pfizer-BioNTech ha annunciato che anticiperà al secondo trimestre la consegna di 50 milioni di dosi. Con questo il totale delle dosi consegnate da Pfizer-BioNTech sale a 250 milioni. I vaccini mRna sono tecnologie che hanno dimostrato il loro valore e per questo “stiamo negoziando con Pfizer-BioNTech un nuovo contratto da 1,8 miliardi di dosi nel biennio 2022-2023».
VACCINI, IL NUOVO PIANO UE E IL “PARADOSSO” DEI CONTRATTI
Al momento dunque, salvo novità nei prossimi mesi, la Commissione Ue punterebbe a rinnovare per il biennio 2022-2023 solo contratti sui vaccini Pfizer BionTech e Moderna, a discapito dunque non solo di AZ e J&J ma anche dell’italianissimo ReiThera (che rimarrebbe solo per gli over 60), Curevac e Sputnik (ancora però non approvati nemmeno per il 2021 in Europa). Dopo lo stop precauzionale ieri in Usa per il vaccino Johnson & Johnson, stamane la Danimarca ha definitivamente escluso il siero AstraZeneca per sempre dal proprio piano vaccinale, e la confusione generale aumenta notevolmente. Ancora La Stampa sottolinea nel proprio reportage «Il problema è sempre quello che ha spinto molti Paesi europei, tra i quali l’Italia, a indirizzare solo verso gli over 60 l’altro vaccino che utilizza il meccanismo del vettore virale, quello di AstraZeneca. Che in Europa si sospetta abbia generato un centinaio di quei rari eventi trombolitici, senza di certo ribaltare il rapporto rischio-beneficio a totale vantaggio del vaccino». Il paradosso che si staglia sempre più all’orizzonte è il voler – giustamente – puntare alla vaccinazione di massa per il 2021, con l’obiettivo di riprendere al più presto una normalità di vita, e di contro preparasi al 2022 con l’eliminazione di due importanti fonti vaccinali come AZ e J&J (più l’eventuale Sputnik russo).