Sull’efficacia dei vaccini anti Covid e quindi sull’importanza della campagna vaccinale arrivano ulteriori conferme da un nuovo studio, condotto su larga scala e pubblicato su “The Lancet Infectious Diseases”. Sono diverse le conclusioni raggiunte dai ricercatori. In primis, con due dosi il rischio di essere ricoverati si riduce di oltre due terzi, mentre sono quasi doppie le probabilità che il contagio risulti del tutto asintomatico. Inoltre, per gli immunizzati è più che dimezzato il rischio di ‘long Covid’, una forma di malattia per la quale i sintomi persistono per almeno 28 giorni dopo la positività al tampone e che causare non pochi disagi dal punto di vista fisico. La ricerca, di cui è autore principale Claire Steves del King’s College di Londra, ha usato i dati provenienti dal Covid Symptom Study del Regno Unito, autoriferite tramite l’App Zoe dall’8 dicembre 2020 al 4 luglio 2021.



Hanno quindi calcolato che su oltre 1,2 milioni di adulti che hanno ricevuto almeno una dose di vaccini, meno dello 0,5% ha riportato la cosiddetta infezione ‘breakthrough’ (definita così perché il contagio avviene dopo la vaccinazione) più di 14 giorni dopo la prima dose. In chi ha ricevuto due dosi la percentuale scende allo 0,2 per quanto riguarda chi si è contagiato dopo oltre 7 giorni dal richiamo.



RICOVERI E LONG COVID: L’IMPATTO DEI VACCINI

Gli studiosi hanno calcolato in questo studio che le probabilità che l’infezione fosse asintomatica erano del 63% maggiori dopo la prima dose di vaccino e del 94% dopo la seconda. Invece, il rischio di ricovero in ospedale era ridotto del 70% dopo almeno una dose. Il rischio di contrarre una forma grave di Covid invece appariva inferiore di circa un terzo. Per quanto riguarda il ‘long Covid’, dopo due dosi di vaccino il rischio di esserne affetto cala del 50%. Per quanto riguarda i sintomi tipici dell’infezione da coronavirus come affaticamento, tosse, febbre, perdita del gusto e dell’olfatto, quasi tutti questi disturbi sono stati riportati meno frequentemente tra i vaccinati rispetto ai non immunizzati. Lo studio evidenzia anche che a rischio contagio dopo la vaccinazione sono over 60 fragili, quindi con malattie preesistenti (obesità, cardiopatie, patologie renali o polmonari), il rischio dopo una dose è quasi raddoppiato.



Infezioni breakthrough sono attese, ma questo non cancella il fatto che questi vaccini stanno facendo esattamente ciò per cui sono stati progettati: salvare vite umane e prevenire malattie gravi”, ha dichiarato Claire Steves. La scienziata ha rilevato che ci sono studi che hanno mostrato un tasso di mortalità fino al 27% per i pazienti ricoverati. “Possiamo ridurre notevolmente questo dato tenendo le persone fuori dall’ospedale, in primo luogo attraverso la vaccinazione”, ha concluso.