Il 29 novembre è atteso il parere dell’Ema sul vaccino anti-Covid ai bambini di età compresa tra i 5 e gli 11 anni. Da giorni si è acceso un dibattito in Italia su chi è favorevole e chi contrario alla vaccinazione degli under 12 e Walter Ricciardi, consulente per le questioni internazionali del ministro della Salute Roberto Speranza, ai microfoni di Tagadà si è detto a favore della somministrazione. Il professore ha anche tirato una stoccata a Francesco Vaia: “Mi rendo conto che tutto quello che si sente può generare confusione, ma il consiglio che io do e di andare a controllare sempre le pubblicazioni per informarsi. Tutti i grandi pediatri sono favorevoli al vaccino per i bambini. Se a parlare è un dirigente ospedaliero che non ha mai curato bambini, non ha mai avuto pubblicazioni nel campo dell’infettivologia pediatrica, ma è mediaticamente credibile ovviamente è fuorviante“.
“Proteggere i bambini è protezione per sé stessi, perché si ammalano e molti hanno complicanze importanti. In Gb ci sono decine di migliaia di bambini infetti, centinaia quelli ospedalizzati e una decina quelli deceduti a causa del Covid. Quella dei bambini non è solo una fascia scoperta, ma è anche quella più socializzata perché vanno a scuola e si frequenta- ha spiegato Ricciardi-. La variante Delta è più contagiosa e aggressiva anche con i piccoli”.
Ricciardi: “Tamponi e Green pass, sistema va rivisto”
Nel corso della trasmissione Tagadà, in onda su La7, il professore Ricciardi si è soffermato sulla validità dei tamponi in ottica Green pass: “Va rivisto alla luce della variante Delta, questa è una regola europea che ha elaborato l’ECDC per il rilascio del Green pass europeo. Alla luce della variante, che è più contagiosa e pericolosa, i tamponi sono il vero tallone d’Achille del Green pass. In commercio ne esistono di diversi tipi, alcuni vengono fatti in farmacia e altri in altre sedi. I migliori scoprono per il 30%, ovvero il 30% di chi si sottopone al tampone è falso negativo, altri il 50%. Significa che molti fanno il tampone e sono convinti di essere negativi e non pericolosi, ma poi frequentano posti da contagiosi.
Ricciardi ha poi proseguito: “Quella del Green pass col tampone è stata fin qui una decisione politica, ma in Germania e Austria dove i numeri sono catastrofici, c’è la regola delle due G: il Green pass si ha solo se si è guariti o vaccinato. Il tampone è escluso, solo il molecolare è affidabile, ma è costoso e ha tempistiche lunghe. C’è una decisione politico-organizzativa sulla durata della certificazione verde, sappiamo che dopo 6 mesi la copertura del vaccino cala, ma non si annulla. La durata del Green pass a 12 mesi è plausibile rispetto alla durata del vaccino, ma una volta che si fa la terza dose non sappiamo di quanto sarà esteso. Andrà tarato nuovamente”.