Il vaccino anti-Covid potrebbe dover essere fatto ogni anno per rinvigorire ogni dodici mesi il muro protettivo contro le infezioni da SARS-CoV-2. L’ipotesi è stata formulata direttamente dal gruppo tecnico-scientifico dell’istituto “Spallanzani” di Roma, in coda a una riunione tecnica rivelatasi utile a effettuare una panoramica della situazione pandemica in essere e, contestualmente, sulle iniziative di controllo dell’epidemia.
Queste, in particolare, sono state le dichiarazioni diramate al termine del meeting: “Allo stato attuale delle conoscenze appare ipotizzabile che in seguito si possa passare ad una rivaccinazione annuale per garantire una adeguata copertura della popolazione. Andrebbe infine studiata una strategia di profilassi sui soggetti fragili e immunodepressi che non rispondono alla vaccinazione che potrebbe includere l’impiego degli anticorpi monoclonali, di recente approvati da EMA anche come strumento di profilassi”.
SPALLANZANI: “TERZA DOSE VACCINO ANTI-COVID VA ESTESA ANCHE AD ALTRE CATEGORIE A RISCHIO”
Dall’istituto “Spallanzani” di Roma è quindi giunta un’indicazione ulteriore in materia di vaccino anti-Covid: “Sarebbe auspicabile l’estensione dell’obbligo vaccinale che includa le tre dosi ad altre categorie a particolare rischio o a stretto contatto con il pubblico e l’allestimento e l’impiego di vaccini specificamente disegnati per le varianti virali predominanti per garantire una copertura ancora maggiore”.
Nel contempo, il direttore dell’ospedale, Francesco Vaia, che gli italiani ormai hanno imparato a riconoscere a seguito delle sue numerose apparizioni televisive in questo ormai biennio pandemico, ha lasciato una riflessione sul suo profilo Facebook, che punta a riequilibrare i dissapori sociali venutisi a creare di recente. Nel dettaglio, sono state queste le parole postate dal professor Vaia, che vi riportiamo integralmente nel virgolettato seguente: “No a vaxismo e antivaxismo. Torniamo allo spirito della foto al G20: equilibrio e moderazione, ottimismo razionale, gradualità”.