Presto in Europa potrebbe essere diffuso un nuovo vaccino anti Covid proteico. Il farmaco, ancora senza nome, è prodotto dall’agenzia spagnola HIPRA ma deve ancora superare la fase III e dunque per farlo occorre essere testato su un numero di volontari da reclutare in tutta Europa, tra cui l’Italia. Nella penisola, infatti, la ricerca internazionale è stata affidata all’Ospedale Niguarda dopo l’approvazione di AIFA e Istituto Spallanzani. L’IRCCS è stato scelto per l’ampia adesione avuta durante la campagna vaccinale.
All’ospedale milanese il compito di reclutare almeno 200 persone dai 16 anni in su per i test, come spiega il portale “Sanità informazione”. A coordinare lo studio ci sarà il professor Francesco Scaglione, direttore della struttura di analisi chimiche e microbiologia dell’Ospedale Niguarda. Proprio il medico ha spiegato cosa ha di diverso il nuovo vaccino anti covid proteico rispetto ai precedenti e quali vantaggi potrebbe avere una somministrazione di booster con tale medicinale.
Nuovo vaccino anti covid proteico, Francesco Scaglione spiega: “Chi può partecipare allo studio”
Francesco Scaglione, medico e direttore della struttura, ha spiegato a “Sanità informazione”: “Si tratta di un booster su base proteica. In pratica pensato per chi ha già completato il ciclo vaccinale primario, ma differente dai vaccini anti Covid oggi in commercio, infatti gli antigeni, ovvero gli agenti che conferiscono l’immunizzazione, sono delle proteine sintetiche che riproducono il recettore della proteina spike, mentre un adiuvante amplifica e potenzia la risposta immunitaria agli antigeni. Si tratta di una tecnologia ampiamente collaudata, in passato, per la produzione di diversi vaccini come quello contro l’influenza, il morbillo e il papilloma virus. L’esperienza ci dice che durerà sicuramente un anno, ma anche molto di più”.
Per partecipare allo studio occorre avere almeno 16 anni: “Stiamo reclutando 200 individui a partire dai 16 anni di età che abbiamo già ricevuto una o due dosi da almeno tre mesi del vaccino Pfizer, Moderna, AstraZeneca e Janssen. Sono esclusi dallo studio coloro che hanno ricevuto il nuovo vaccino Novavax, chi ha già concluso il ciclo vaccinale con le tre dosi e chi non ha ricevuto neppure la prima inoculazione. Sono ammessi alla sperimentazione anche coloro che hanno contratto il Covid 19 da almeno un mese”. Tutti i volontari possono proporsi all’ospedale: “Tutti gli interessati devono innanzitutto affrettarsi a scrivere un’email indicando i vaccini eseguiti, la data dell’ultima dose, l’età e un contatto telefonico, meglio se cellulare. I sanitari chiameranno a breve i soggetti ritenuti idonei sulla base delle informazioni ricevute e procederanno con il reclutamento. Ad oggi abbiamo ricevuto centinaia di chiamate, ma purtroppo in molti hanno completato il ciclo vaccinale con le tre dosi e non possono dunque rientrare nella sperimentazione. I volontari riceveranno poi la dose di rinforzo (booster) e saranno monitorati per un certo periodo”.