E’ scattata proprio in questi giorni in Italia la campagna per somministrare il vaccino antinfluenzale, ma secondo quanto riportato da TheHill c’è il serio rischio che il siero utilizzato per contrastare l’influenza stagionale, sia meno efficace del solito, di conseguenza, il virus potrebbe diffondersi maggiormente e soprattutto con più “forza”. Le prime stime sull’efficacia del vaccino antinfluenzale indicano infatti una minor efficacia soprattutto per quanto riguarda i ricoveri ospedalieri, e ciò si evince dai primi dati provenienti dal Sud America, dove appunto l’influenza è cominciata da mesi.



A sottolinearlo sono i CDC, Centers for Disease Control and Prevention, secondo cui il vaccino antinfluenzale dovrebbe avere una efficacia quest’anno del 34,5 per cento contro i casi più gravi per quanto riguarda i pazienti di Brasile, Argentina, Cile, ma anche Uruguay e Paraguay. Si tratta di un dato significativamente inferiore su base annua tenendo conto che sempre TheHill ricorda che in occasione della stagione influenzale del 2023, negli stessi Paesi il vaccino contro l’influenza aveva dato come risultato il 52% di efficacia contro i ricoveri ospedalieri, quindi ben 16,5 punti percentuali in più.



VACCINO ANTINFLUENZALE, EFFICACIA PIU’ BASSA: COSTA STA ACCADENDO IN AMERICA DEL SUD

I nuovi dati sono riferiti ai casi che si sono sviluppati nelle stesse nazioni fra il marzo e il luglio del 2024, e anche se risultano essere inferiori rispetto all’anno scorso, hanno comunque permesso di ridurre in maniera significativa il rischio di ricovero ospedaliero, soprattutto per i pazienti più a rischio, leggasi gli anziani nonché i fragili e i bambini, soggetti per cui, ricordiamo, la somministrazione del vaccino antinfluenzale in Italia è assolutamente gratuita.

“Sebbene l’influenza nell’emisfero australe non sia necessariamente predittiva dell’influenza nell’emisfero settentrionale, può aiutare l’emisfero settentrionale a pianificare le emergenze per la domanda e l’uso dei vaccini”, si legge nel rapporto settimanale sulla morbilità e mortalità del CDC. Nello stesso viene inoltre specificato che: “Questi dati suggeriscono che la domanda di vaccino antinfluenzale era ancora bassa dopo il COVID-19, ma che la vaccinazione ha prevenuto circa un terzo dei ricoveri ospedalieri associati all’influenza tra i gruppi ad alto rischio di complicazioni associate all’influenza”.



VACCINO ANTINFLUENZALE, COPERTURA AL DI SOTTO DEL 50% NEGLI USA

La copertura vaccinale contro l’influenza è risultata essere in calo negli ultimi tre anni negli Stati Uniti, forse come effetto dei continui vaccini covid, di conseguenza durante la stagione 2023-2024 meno del 50 per cento ha deciso di sottoporsi alla vaccinazione, precisamente il 47,2 per cento.

Sempre il rapporto settimanale del CDC evidenzia come la copertura del vaccino antinfluenzale nei Paesi del Sud America dove è appunto è già arrivata l’influenza, è al di sotto di quella degli standard che si registravano prima dello scoppio del covid. “Questa scoperta è coerente con il calo post-pandemia della copertura vaccinale nelle Americhe associato alla disinformazione sui vaccini, all’esitazione e alle interruzioni nei servizi di immunizzazione di routine, prevalenti durante la pandemia di COVID-19”, conclude ancora il rapporto.