Un vero e proprio accanimento quello registrato nelle ultime settimane contro il vaccino Astrazeneca: questo il giudizio di Piero Di Lorenzo. Intervenuto ai microfoni di Radio Cusano Campus, il presidente e amministratore delegato di Irbm Pomezia, Piero Di Lorenzo, è entrato in tackle sulle notizie a proposito del taglio di dosi: «Questa storia è diventata insopportabile. Non si parla di produzione di saponette, il vaccino presuppone una cultura cellulare: purtroppo manca il 7% di dosi, ma la prossima volta cercheremo di integrare».



Piero Di Lorenzo ha poi evidenziato che entro la fine di marzo ci sarà la consegna di 5 milioni di dosi di vaccino Astrazeneca, ricordando che la multinazionale ha assicurato che nel secondo trimestre del 2021 «il 99% delle dosi sarà quello promesso e ci sarà anche un recupero». Il numero uno di Irbm Pomezia ha poi rimarcato che nella penultima consegna c’erano più dosi del previsto «ma nessuno le ha notate, quando c’è un po’ di meno allora ci sono i titoloni».



Di Lorenzo: “Vaccino Astrazeneca, accanimento perchè costa poco”

Come dicevamo, Piero Di Lorenzo si è scagliato contro l’accanimento nei confronti del vaccino Astrazeneca senza troppi giri di parole: «Ho il sospetto che questo vaccino dia fastidio perché costa troppo poco. E’ stata fatta una scelta etica: in tempi di pandemia non si guadagna sul vaccino e quindi è venduto a 2,80 euro a dose. Io ho l’impressione che il tutto venga strumentalizzato per aprire la corsa e guadagnare tanto». Il presidente di Irbm Pomezia si è poi soffermato sull’efficacia del farmaco, ribadendo che non ci sono problemi per la variante inglese, mentre per quanto riguarda gli effetti collaterali ha precisato che «è assolutamente fisiologico avere un dolorino sulla spalla o un po’ di senso di stanchezza».

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