Inizia martedì la somministrazione dei vaccini AstraZeneca in Italia agli under 55. Le dosi arriveranno per la prima volta domani, quindi lunedì verrà completata la distribuzione presso i 293 centri di somministrazione. Il giorno dopo le dosi dovrebbero pertanto essere disponibili per le somministrazioni. Il commissario straordinario all’emergenza Covid Domenico Arcuri oggi in conferenza stampa ha confermato che per i vaccini AstraZeneca è stato deciso un percorso parallelo. «Vanno somministrati a chi ha meno di 55 anni e abbiamo deciso di cominciare con gli insegnanti, le forze armate, le forze dell’ordine, i lavoratori nei servizi essenziali, il personale e la popolazione nelle carceri, e quello dei luoghi di comunità». Si sta pensando di procedere con le somministrazioni anche in altre strutture.



«E quando tutti gli anziani si saranno vaccinati nei 1.300 punti di somministrazione inizialmente previsti, questi smetteranno di essere utilizzati e se ne aggiungeranno progressivamente altri decisi dalle regioni. A questi si aggiungeranno anche le primule», ha aggiunto Domenico Arcuri.

VACCINO ASTRAZENECA PIÙ EFFICACE SECONDO STUDIO

Intanto arrivano buone notizie dal Regno Unito sul vaccino AstraZeneca, che si conferma efficace nel bloccare la trasmissione del Covid. Lo rivela uno studio condotto dall’Università di Oxford, che ha collaborato allo sviluppo del vaccino. È il primo studio che documenta la possibilità del vaccino di rallentare il contagio. Non solo. Gli scienziati hanno scoperto che una singola dose del vaccino ha un’efficacia del 76% nel prevenire la malattia. Sale all’82,4% con la somministrazione della seconda, ma con intervallo di almeno 12 settimane. Secondo il professor Andrew Pollard, il vaccino di AstraZeneca è efficace anche contro la variante inglese.



Se per Adam Finn, membro del Joint Committee on Vaccination and Immunisation, questi risultati sono «molto buoni», il ministro della Sanità del governo britannico Matt Hancock ha parlato di nuove evidenze «superbe». Al momento ci sono meno dati sulle persone più anziane, ma quelli a disposizione comunque indicano secondo Pollard «una risposta immunitaria buona sugli anziani, analoga a quella degli adulti più giovani».

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