Addio ad Astrazeneca. L’azienda ha scelto di ritirare in tutto il mondo il vaccino, che negli ultimi tempi non ha ricevuto l’adeguata domanda in quanto non aggiornato per le varianti. Vista la quantità di vaccini disponibili e più adatti alle nuove forme di Covid, infatti, il colosso farmaceutico ha optato per il ritiro, “non prevedendo quindi una futura domanda”. La scelta non sarebbe dovuta ai casi di morti né agli effetti collaterali, come hanno avuto modo di sottolineare diversi scienziati. Una gran parte di esperti, inoltre, ha evidenziato quanto sia stato utile il vaccino durante la pandemia.



Tra questi c’è Giacomo Gorini, ricercatore italiano che all’università di Oxford ha lavorato allo sviluppo del farmaco. “Oggi va in pensione un vaccino che ci è stato utile in tempi di emergenza” ha scritto sui social l’esperto. Secondo Gorini “è giusto che si continui con mRna, una tecnologia sicurissima ed efficace”. Eppure, secondo le stime pubblicate dal ricercatore di Oxford, il vaccino avrebbe salvato 6 milioni di vite, più di qualunque altro nello stesso periodo. Secondo lo scienziato, “come qualunque altro farmaco, ha effetti collaterali, alcuni gravi. Quelli gravi sono, in frequenza, molto rari e paragonabili a quelli di qualunque altro farmaco. Altrimenti non sarebbe stato utilizzato”.



Vaccino Astrazeneca: “Trombosi associate a piastrinopenia? Come quelle dell’eparina”

Secondo Giacomo Gorini, ricercatore che ha lavorato allo sviluppo del vaccino Astrazeneca durante la pandemia presso l’università di Oxford, i casi di effetti collaterali gravi hanno fatto scalpore a causa del periodo storico e dell’attenzione dei media. Ad esempio, le trombosi associate a piastrinopenia sarebbero state “simili, per natura, a quelle causate da un altro farmaco approvato, l’eparina“. Dunque ne parla come una notizia-non notizia, soprattutto alla luce del dibattito che si è riaperto proprio in questi giorni dopo l’annuncio della casa farmaceutica.



Secondo lo studioso italiano, il fatto che gli effetti collaterali fossero noti è un aspetto positivo poiché “gli enti regolatori se ne sono accorti in farmacovigilanza, l’azienda e la comunità scientifica ne ha preso atto senza problemi”. I vaccini a mRna sarebbero invece più sicuri in termini di sicurezza e dunque ha avuto senso, secondo Gorini, concentrarsi solamente su quelli una volta avuti a disposizioni. Non bisognerebbe dimenticare però, secondo lo scienziato, che il vaccino Astrazeneca ha rappresentato uno strumento importante durante le prime fasi della pandemia, salvando molte vite.