La Gran Bretagna è il primo Paese al mondo in cui è cominciata la somministrazione del vaccino di AstraZeneca, sviluppato in collaborazione con l’Università di Oxford e Irbm di Pomezia. A ricevere la prima dose oggi è stato Brian Pinker, paziente di 82 anni in dialisi. Alle 7.30 di questa mattina ha ricevuto il vaccino all’ospedale universitario di Oxford e poi ha dichiarato con entusiasmo: «Sono così felice di aver ricevuto il vaccino e orgoglioso che sia stato inventato proprio qui. Non vedo l’ora di celebrare il mio 48esimo anniversario di matrimonio con mia moglie Shirley quest’anno». Mentre nell’Unione europea si attende il via libera dell’Agenzia europea per il farmaco (Ema), le autorità britanniche incrementano la propria capacità vaccinale.



Su 100 milioni di dosi ordinate, 520mila sono già disponibili. Nel frattempo, si stanno aprendo nuovi entri di vaccinazione rispetto agli oltre 730 già esistenti. Per il governo britannico il vaccino AstraZeneca-Oxford rappresenta una svolta nella battaglia contro Covid perché è economico e facilmente trasportabile, visto che può essere conservato alla temperatura di un normale frigorifero.



“VACCINO ASTRAZENECA EFFICACE”, MA EMA FRENA

L’Agenzia europea per il farmaco invece frena. «Sul vaccino AstraZeneca lavoriamo giorno e notte. Ci sono aspetti da chiarire», ha dichiarato Armando Genazzani, membro dell’Ema, ai microfoni della Stampa. Inoltre, ha spiegato che sono stati anticipati il più possibile i tempi per approvare un vaccino, ma «bisogna avere ogni certezza e in questo momento sul farmaco di AstraZeneca stiamo ancora lavorando». Inoltre, ha precisato che il dossier è arrivato dopo quello di Pfizer-BioNTech e Moderna. L’ultimo pacchetto di dati è stato presentato da AstraZeneca il 21 dicembre scorso. «Il vaccino utilizza una tecnologia diversa dai due precedenti ed è complesso. Abbiamo già valutato gli studi di laboratorio, stiamo analizzando gli ingredienti e come viene prodotto visto che saranno coinvolti 6-7 stabilimenti in diverse parti del mondo a cui richiediamo di operare in modo identico».



Nelle analisi ad interim sono stati comunque valutati casi per i quali Genazzani può stabilire che «il vaccino è efficace», ma d’altra parte «gli studi stanno continuando». Il fatto che abbiano chiesto dei chiarimenti su alcuni aspetti, spiega il ricercatore, non vuol dire che ci siano problemi. «Ad esempio, il fatto che, imprevedibilmente, chi è stato sottoposto alla somministrazione di mezza dose più una successiva ha una protezione maggiore di chi ne ha ricevuto una intera più una seconda. Gli studi sono stati effettuati in vari Paesi e l’efficacia varia: anche questo va chiarito».