Nuovi e importanti dati incoraggianti arrivano, grazie a uno studio pubblicato sulla rivista The Lancet, sul vaccino anti-Covid AstraZeneca, a lungo finito sotto l’occhio del ciclone per gli eventi di trombosi di reazione associati al siero messo a punto dalla multinazionale anglo-svedese. Stando ai numeri pubblicati, infatti, il rischio di una TTS, una trombosi con trombocitopenia, cala di molto dopo aver ricevuto la seconda dose del vaccino. Il tasso di trombosi dopo la seconda somministrazione, si legge sulla rivista scientifica, è di 2,3 casi per milione di vaccinati, esattamente lo stesso numero che si osserva in una popolazione di non vaccinati.
Sulla base degli studi, che trovano il loro fondamento scientifico sul database di reazioni avverse al vaccino su scala globale, il siero aveva un’incidenza vicina a 8,1 casi di trombosi per milione di vaccinati. Un dato che negli scorsi mesi aveva portato diversi paesi a bloccare le somministrazioni del vaccino Vaxzeviria, rinominato successivamente così, salvo poi raccomandarlo a una popolazione di over 60. La compagnia anglo-svedese, appresi i risultati dell’analisi pubblicata su The Lancet, si è detta soddisfatta: “Anche se la TTS è stata identificata dopo la prima dose, questi risultati incoraggiano la somministrazione della seconda come indicato, per fornire protezione contro il Covid, comprese le varianti più preoccupanti”.
VACCINO ASTRAZENECA, IN AUTUNNO UN NUOVO SIERO? LO STUDIO DA OXFORD
Lo studio pubblicato su The Lancet, come detto, è basato sull’archivio di sicurezza globale di AstraZeneca. Nello specifico sono stati analizzati i casi di trombosi segnalati entro 14 giorni dalla somministrazione della prima o della seconda dose fino al 30 aprile scorso. Gli scienziati stanno ora mettendo a punto altre ricerche, ad oggi in fase iniziale, per tentare di portare al minimo la percentuale di effetti collaterali rari, modificando di fatto il vaccino stesso.
La speranza da parte del team di AstraZeneca è avere una nuova versione del siero pronta per l’autunno, un vaccino capace di proteggere la popolazione dalla maggior parte delle varianti del virus. I risultati fin qui ottenuti sono in linea con quelli del sistema dell’MHRA, l’Agenzia regolatrice inglese dei farmaci che raccoglie e monitora le informazioni sui problemi di sicurezza, che mostrano anche bassi tassi di TTS dopo una seconda dose.