Il vaccino anti-Covid ai bambini va fatto oppure no? Un dibattito sempre più attuale non soltanto in Italia, ma anche e soprattutto nel resto d’Europa, con gli scienziati del Regno Unito che hanno espresso la propria contrarietà alla somministrazione del siero tra i minori, esattamente come hanno fatto i loro omologhi tedeschi. E i medici del nostro Paese, cosa pensano? Se ne è discusso nelle scorse ore durante il convegno organizzato dalla Lega in Senato e dal titolo “Bambini e vaccini anti-Covid. Pro e contro”, al quale hanno preso parte numerosi esperti.
Come riporta il quotidiano “La Verità”, Maurizio Rainisio, matematico ed esperto in statistica medica ha asserito che la mortalità da Covid fino ai 60 anni è irrilevante, mentre è alta fino a 90 anni. Tra i giovani da 0 a 19 anni, maschi e femmine, invece, ci sono stati 26 decessi su 10,5 milioni di soggetti, ovvero 1 su 500mila. Inoltre, i giovanissimi non hanno avuto la malattia in modo grave e rischierebbero poco, mentre i rischi del vaccino non si conoscono. Inoltre non vaccinare i bambini “potrebbe avere beneficio per loro stessi; infatti la malattia che nei giovani è molto debole e indurrebbe immunità di lunga durata e permetterebbe di restare immuni per tutta la vita o ammalarsi in modo lieve”.
VACCINO BAMBINI, GARATTINI: “POCHI DATI”
Sul vaccino ai bambini, Silvio Garattini, presidente dell’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri, ha sottolineato che vanno vaccinati prioritariamente i soggetti anziani e fragili. “La Verità” ha riportato le sue parole: “Sui minori di 12 anni non abbiamo dati, potrebbe esserci un vantaggio perché non trasmetterebbero il contagio, ma non sappiamo nulla su effetti collaterali e tossicità. Quando avremo più dati avremo tempo per decidere ed evitare eventuali danni che oggi non conosciamo e che invece dobbiamo temere se lanciassimo una vaccinazione generalizzata”. Gli ha fatto eco Edoardo Missoni, medico specialista in Medicina tropicale, secondo cui i rischi da mancata vaccinazione sui bambini sarebbero nulli, la contagiosità molto bassa, la suscettibilità all’infezione molto bassa. “I bambini possono avere potenziali conseguenze negative, essere esposti a rischi maggiori e in età successiva possono essere più suscettibili ai farmaci”, ha concluso. La Società italiana di pediatria ha invece ribadito che i bambini non sono coinvolti in modo rilevante con complicanze, ma questa è un’opportunità per mettere in atto strategie vaccinali utili a contenere complicanze nella stessa fascia pediatrica. Non c’è vaccino inutile né rischio zero, “ma nessuno vuole fare del male ai bambini”.