Pietro Calissano, neuroscienziato ed ex collaboratore (e amico) di Rita Levi Montalcini, nonché fondatore assieme a lei ed attuale direttore dell’Ebri (European brain research institute), ha parlato con Repubblica del ‘vaccino’ contro l’Alzheimer che il suo centro di ricerca è riuscito a mettere a punto. Un preparato che ha dimostrato perfettamente di essere in grado di placare il morbo degenerativo, ma che non è mai stato testato sull’uomo.
I risultati del vaccino contro l’Alzheimer, infatti, sono stati certificati da diversi studi sui topi, nei quali si è dimostrato che la somministrazione del composto riusciva nella maggior parte dei casi a placare l’avanzata del morbo. Risultati, certamente, importanti, ma che non sono ancora neanche lontanamente vicini dall’essere riconfermati anche sull’uomo, portando il composto in tutte le farmacie d’Italia, d’Europa e del mondo. Calissano, infatti, parlando del vaccino contro l’Alzheimer ha spiegato chiaramente che “siamo un istituto di ricerca di base, e già fatichiamo a ottenere i fondi per andare avanti. I test sull’uomo”, precisa, “richiedono 5-10 milioni” richiedendo necessariamente l’intervento di “un’azienda farmaceutica. Noi abbiamo ricevuto manifestazioni di interesse, ma mai offerte concrete”.
Cos’è e come funziona il vaccino contro l’Alzheimer dell’Ebri
A scendere nel merito del vaccino contro l’Alzheimer, invece, non è Calissano, ma la ricercatrice Giusy Amadoro, leader del team dell’Ebri che segue il filone di ricerca sul morbo neurodegenerativo. “La parola vaccino in realtà non è esatta”, precisa la ricercatrice sempre a Repubblica. “Il nostro è un anticorpo monoclonale realizzato in laboratorio, diretto contro un frammento di una delle proteine responsabili della morte dei neuroni, la tau“.
Il cosiddetto vaccino contro l’Alzheimer, sottolinea ancora Amadoro, non ha, infatti, alcuna azione preventiva, come i composti vaccinali classici, ma “è somministrato quando la malattia è già presente. Non fa regredire i sintomi, ma ne blocca l’avanzare”. Lo studio dell’Ebri, inoltre, non sarebbe l’unico a mirare in una direzione simile e Amadoro ci tiene a ricordare l’impegno, tra gli altri, del “gruppo di Antonino Cattaneo della Normale di Pisa”. Calissano, infine, chiudendo sul vaccino per l’Alzheimer ricordando l’amica e mentore Rita Levi Montalici, sottolinea che “i risultati ottenuti l’avrebbero molto interessata. Il mio rammarico è non averle raccontato abbastanza dei nostri passi avanti, negli ultimi anni della sua vita”.