Fra le più grandi sfide della medicina moderna vi sono senza dubbio i batteri resistenti agli antibiotici. A riguardo un gruppo di ricercatori israeliani sta lavorando su un vaccino che riuscirebbe a contrastare la resistenza antimicrobica, la cosiddetta AMR. Si calcola che nel mondo muoiano 3,65 milioni di persone a causa di questa resistenza, ma forse questo ingente problema potrebbe scomparire a breve. Gli scienziati dell’Università di Tel Aviv e dell’Israel Institute for Biological Research (IIBR) hanno annunciato di aver sviluppato quello che potrebbe diventare il primo vaccino mRNA al mondo a contrasto di questi batteri resistenti agli antibiotici, e al momento è stato testato contro i topi, risultando efficace al 100% contro la Yersinia pestis, il batterio alla base della storia peste nera. “Finora, si presumeva che i vaccini a mRNA, come i vaccini COVID-19 a tutti noi familiari, fossero efficaci contro i virus ma non contro i batteri”, sono le parole del dottor Edo Kon, “Il grande vantaggio di questi vaccini, oltre alla loro efficacia, è la capacità di svilupparli molto velocemente. Una volta pubblicata la sequenza genetica del virus SARS-CoV2 – COVID-19 sono bastati solo 63 giorni per iniziare la prima sperimentazione clinica. Tuttavia, fino ad ora, gli scienziati credevano che i vaccini a mRNA contro i batteri fossero biologicamente irrealizzabili”.
E ancora: “Abbiamo creato l’RNA messaggero che può codificare quella proteina spike”, ha aggiunto Anderson, altro ricercatore, “l’abbiamo mescolato con le nanoparticelle che formano il vaccino. Il vaccino viene quindi somministrato a una persona e le nanoparticelle aiutano l’mRNA a entrare nelle cellule della stessa Una volta che l’mRNA vi è entrato, utilizza il meccanismo cellulare per esprimere l’antigene proteico, in questo caso la proteina spike. Ma piuttosto che un virus vivo che esce dalle cellule per interagire con il sistema immunitario, viene espressa solo la proteina spike, che non ha parti virali. Entra nel corpo, entra in contatto con il sistema immunitario e produce anticorpi, proteggendo gli individui se entrano in contatto con l’agente patogeno”.
VACCINO CONTRO BATTERI RESISTENTI AD ANTIBIOTICI: “PER AFFRONTARE IL PROBLEMA…”
I batteri, però, sono una storia diversa, non hanno bisogno delle cellule umane per produrre le loro proteine: “Per affrontare questo problema – hanno spiegato ancora i ricercatori – abbiamo sviluppato metodi per secernere le proteine batteriche aggirando le classiche vie di secrezione, che sono problematiche per questa applicazione. Il risultato è stato una significativa risposta immunitaria, con il sistema immunitario che ha identificato le proteine nel vaccino come proteine batteriche immunogeniche”.
“Per migliorare la stabilità della proteina batterica – ha aggiunto – e assicurarci che non si disintegri troppo rapidamente all’interno del corpo, l’abbiamo rafforzata con una sezione di proteine umane”. Gli studi continueranno nei prossimi mesi, con la speranza di poter testare il vaccino sulle persone il prima possibile e quindi valutarne l’effettiva efficacia.