L’immunologo Guido Forni commenta lo sviluppo di vaccini contro il cancro basati sull’mRna, in fase di sviluppo presso Moderna. “Non siamo di fronte alla scoperta del secolo, ma all’evoluzione di qualcosa che esisteva già e stiamo per fare molto meglio – afferma nell’intervista rilasciata a La Stampa – la ricerca legata al Covid ha portato a una nuova tecnologia che consente di mettere a punto vaccini personalizzati molto rapidamente”, appunto quella che Moderna sta testando per applicarla alla cura del cancro e dei tumori.
La tecnologia a mRna “forse è il lascito più importante della pandemia, da un punto di vista scientifico. Abbiamo sviluppato una tecnologia nuova, che permette rapidità e costi limitati” spiega il professor Guido Forni, che tuttavia sottolinea come “vaccini contro il tumore ne vengono preparati da tempo. Il problema è che il cancro spesso riesce a sopprimere la reattività immunitaria”. Spiega infatti che “ci sono degli anticorpi che bloccano questi freni del tumore e permettono una grossa risposta del sistema immunitario” mentre “in altri casi questo non basta e bisogna associare i freni con nuovi vaccini. Questa che è stata annunciata, quindi, è l’evoluzione logica di qualcosa che esisteva già e stiamo per fare molto meglio”. L’esperto riconosce comunque che “mettere a punto vaccini personalizzati è diventato più semplice di quanto non fosse prima del Covid”.
Vaccini contro il cancro, Forni: “arriveranno in 5 anni, ma non copriranno tutti i tumori”
A oggi, il professor Guido Forni afferma che è difficile stabilire se i vaccini contro il cancro di Moderna, basati sull’mRna, saranno più efficaci sui bambini oppure sugli adulti. Interpellato da La Stampa, commenta infatti che “molto dipenderà dall’associazione del vaccino con questi anticorpi che tolgono il freno del sistema immunitario”. Un aspetto che definisce “importante” e che “probabilmente, i vaccini da soli non riusciranno a cambiare la situazione”.
L’immunologo stima che “probabilmente, in 5 anni sarà possibile farli” precisando però che “per lungo tempo saranno esclusivamente sperimentali. Saranno somministrati solo in alcuni centri che hanno un’autorizzazione specifica. Progressivamente, potranno diventare una tecnologia variamente diffusa nel mondo. Ogni grosso centro oncologico potrà crearli”. Il professor Guido Forni aggiunge che la copertura dei vaccini contro il cancro “sarà piuttosto diffusa, ma relativamente ad alcuni tipi di tumore. Per fare un esempio, il 15% dei tumori alla mammella esprimono lo stesso antigene e in questo caso è possibile prevenire o curare con un vaccino. In altri casi, sarà più limitato”.