Quella di lunedì è stata senza dubbio una giornata storica per la comunità scientifica: presso la prestigiosa università di Oxford sono state somministrate le prime dosi del vaccino sperimentale contro l’Hiv. 13 volontari si sono offerti come cavie, come riferisce il tabloid inglese Mirror, tutti adulti sani di età compresa fra i 18 e i 65 anni, sieronegativi e considerati a basso rischio di infezione. Fra quattro settimane lo stesso gruppo riceverà la dose di richiamo, dopo di che gli scienziati analizzeranno i vari dati per capire se il siero sarà efficace o meno, in questa prima fase dei test, e quali saranno eventuali reazioni avverse.



A ricevere per primo il vaccino contro l’hiv è stato uno studente della stessa Oxford, facoltà di diritti umani, tale Danilo Garrido Alves, che leggendo l’annuncio su Facebook si è subito offerto motivando il gesto in quanto lo stesso voleva «contribuire un po’ alla causa dei diritti umani dell’Hiv» ed era «entusiasta di svolgere un ruolo» in quello che potrebbe essere un momento storico. Nella fase 1 si valuterà la sicurezza e la capacità del vaccino di attivare la risposta del sistema immunitario contro il virus.



VACCINO CONTRO L’HIV, TEST AL VIA AD OXFORD: “INAFFERRABILE PER 40 ANNI”

“Un vaccino efficace contro l’HIV è stato inafferrabile per 40 anni – ha commentato il professor Tomas Hanke, professore di immunologia vaccinale presso l’Istituto Jenner e ricercatore capo dello studio – questo studio è il primo a valutare la nuova strategia vaccinale in individui HIV-negativi per la prevenzione e nelle persone che vivono con l’HIV per la cura”, per poi sottolineare che: “il ritmo del declino delle nuove infezioni da Hiv non è riuscito a raggiungere l’obiettivo prioritario concordato dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite nel 2016: meno di 500.000 nuove infezioni all’anno nel 2020. Anche nel più ampio contesto di aumento del trattamento e della prevenzione con gli antiretrovirali, un vaccino contro l’Hiv rimane la soluzione migliore e probabilmente un componente chiave per qualsiasi strategia pensata per porre fine all’epidemia di Aids”.

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