Uno studio clinico ha dimostrato che il primo vaccino al mondo contro il tumore cerebrale canceroso può aumentare l’aspettativa di vita dei pazienti che ne sono affetti. Questo sorprendente risultato è stato riportato dal The Guardian, che ha sottolineato come questa scoperta potrebbe potenzialmente cambiare la vita delle oltre 2.500 persone che ogni anno nel Regno Unito ricevono la diagnosi di glioblastoma. E anche per gli altri pazienti in tutto il mondo.



Come si legge nello studio, i pazienti con glioblastoma, cioè una delle forme più comuni ma anche più aggressive di tumore cerebrale, vivono mediamente tra i 12 e i 18 mesi in seguito alla diagnosi. Tra i 331 pazienti presi in esame per lo studio, uno di loro ha vissuto più di otto anni dopo aver ricevuto questo vaccino. In Gran Bretagna, un uomo di 53 anni è ancora vivo dopo sette anni dalla somministrazione. “I risultati complessivi sono sorprendenti” ha ammesso Keyoumars Ashkan, neurochirurgo del King’s College di Londra e ricercatore a capo dello studio sentito da The Guardian. Infatti, il vaccino “ha dimostrato di prolungare l’aspettativa di vita e, cosa interessante, lo ha dimostrato in pazienti tradizionalmente considerati con prognosi più sfavorevoli“, come gli anziani e le persone per le quali la chirurgia non era un’opzione praticabile.



Vaccino per combattere il tumore cerebrale: sarà una “soluzione personalizzata” per ogni paziente

Al momento, questo vaccino contro il tumore cerebrale deve ancora essere approvato dalle autorità mediche del Regno Unito, ma se ciò dovesse accadere si tratterebbe del primo, nuovo trattamento in 17 anni per i nuovi pazienti con glioblastoma, e sarebbe anche il primo in 27 anni per le persone che ricevono una seconda diagnosi di questo tumore. Lo studio mette in luce come i pazienti in esame siano sopravvissuti in media 19,3 mesi dopo aver ricevuto il vaccino. Chi invece aveva ricevuto la somministrazione di un placebo è sopravvissuto per 16,5 mesi in media.



Sentito da The Guardian, Keyoumars Ashkan ha spiegato che il vaccino che contrasta il tumore cerebrale “viene prodotto combinando proteine del tumore del paziente con i suoi globuli bianchi. In questo modo i globuli bianchi vengono educati a riconoscere il tumore” e al momento della somministrazione “questi globuli bianchi istruiti aiutano il sistema immunitario del paziente a riconoscere il tumore come qualcosa da combattere e distruggere. Quasi come addestrare un cane da fiuto”, parlando di una vera e propria “soluzione personalizzata”.